Non molla la battaglia Anne Soupa, 73 anni, teologa e biblista francese. Con altre sette donne cattoliche sta alimentando un movimento per portare maggiore parità nella...
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La sua è una grande battaglia mediatica. Le donne pur essendo una ampia maggioranza sono relegate a ruoli marginali. Nel frattempo più di 17.000 persone hanno firmato una petizione a sostegno del tentativo di Soupa di succedere a Barbarin. Il caso francese a Roma non viene nemmeno preso in considerazione e l'unica risposta alle domande di queste sette donne battagliere è il silenzio.
Papa Francesco ha escluso recentemente qualsiasi cambiamento nella dottrina che potrebbe portare al sacerdozio femminile, tuttavia ha ridato mandato alla commissione sul diaconato di proseguire gli approfondimenti e ha nominato altre 6 donne economiste nell'organismo consultivo di controllo sulle finanze vaticane. Se Roma tace, però, in Germania l'argomento del sacerdozio femminile resta piuttosto acceso, tanto che l'arcivescovo di Amburgo, Stefan Hesse, ha chiesto un dibattito aperto sull'ordinazione delle donne: «Bisogna permettere di riflettere e discutere su questi temi».
Secondo il Vaticano, nel 2016 c'erano circa 660.000 suore in tutto il mondo, con un calo di circa 100.000 da un decennio prima. A febbraio, Donne Chiesa Mondo, la rivista femminile dell'Osservatore Romano ha cercato di spiegare il calo del numero di suore religiose. La vita religiosa resta poco attrattiva e forse anche tante situazioni complicate non costituiscono un incentivo per le donne ad entrare in convento. Soupa su Twitter ha spiegato che: «Escludere metà dell'umanità non solo è contrario al messaggio di Gesù Cristo, ma è anche dannoso per la Chiesa, che viene così mantenuta in un ambiente che favorisce gli abusi».
Esponendo le ragioni della sua candidatura la teologa ha aggiunto: «Tutto mi dà il diritto di dire che sono in grado di candidarmi al titolo di vescovo, tutto mi rende legittimo. Tutto mi proibisce di farlo».
In Vaticano la richiesta delle sette donne francesi ad ambire a ruoli di governo ed episcopali – oltre a Soupa ci sono Laucence de Bourbon-Parme, Claire Conan Vrinat, Sylvaine Lanvridon, Helene Pichon, Marie Autonme Thepot, Christina Moreira, Loane Rocher - ha fatto registrare tanta perplessità anche perchè una di loro è una transgender dichiarata che spera, diventando diaconessa, di permettere alle persone LGBT di non sentire più la discriminazione ecclesiale. Un'altra è divorziata e vorrebbe fare il nunzio apostolico e un'altra ancora in un viaggio recente negli Stati Uniti si è fatta consacrare (illecitamente) prete. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero