Berlino – Domenica prossima in Germania si terrà la prima Giornata della Donna Predicatrice, una manifestazione nazionale organizzata per arrivare ad una...
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In autunno è iniziato nella Chiesa tedesca il cammino sinodale con l'obiettivo di riflettere anche sul bisogno di una maggiore equità affinchè possano accedere anche al diaconato o al sacerdozio. Ad organizzare questa giornata è l'Associazione delle Donne Cattoliche (kfd). Dodici donne – tante quante erano gli apostoli – terranno una campagna sul gender equity e terranno sermoni in dodici città tedesche. Al momento le prediche sono di stretta pertinenza maschile.
Nei documenti approvati dai vescovi per avviare il cammino sinodale della durata di due anni un particolare punto di confronto riguardava le donne. Ecco i punti principali.
«L’evidente discrepanza fra la posizione dei documenti magisteriali e l’argomentazione unanime della teologia scientifica sulla questione della chiamata femminile all’apostolato ministeriale è uno ‘skandalon’ che deve essere superato per amore della credibilità dell’annuncio del Vangelo della Pasqua». In un altro punto si parla della discriminazione dell’uomo e della donna, e della partecipazione «non paritaria delle donne alla vita della Chiesa e nella corresponsabilità ministeriale».
In un altro punto si contesta a Giovanni Paolo II il fatto di avere chiuso la porta al sacerdozio femminile. «Al riguardo bisogna considerare la tematica fondamentale dello sviluppo dei dogmi […] e valutare anche quale importanza teologica ha la percezione della non ricezione di un’opinione del magistero nel popolo di Dio».
“Le domande sull’opportunità di una decisione dottrinale nel contesto della Chiesa universale devono essere separate dalla domanda di principio sulla legittimità teologica dell’argomentazione. Quello che occorre motivare non è l’ammissione delle donne al ministero ordinato sacramentale, ma la loro esclusione”.
«Le donne devono partecipare in numero apprezzabile alle consultazioni e decisioni della assemblee dei vescovi a livello mondiale, almeno con diritto di voto”.
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Il Messaggero