La Chiesa chieda scusa per aver oppresso i Sami, i popoli lapponi; l'appello al Papa dei vescovi

La Chiesa chieda scusa per aver oppresso i Sami, i popoli lapponi; l'appello al Papa dei vescovi
Città del Vaticano - La Chiesa cattolica chieda scusa ai Sami, il popolo lappone distribuito in Scandinavia, per i torti e le oppressioni culturali subite nel passato....

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Città del Vaticano - La Chiesa cattolica chieda scusa ai Sami, il popolo lappone distribuito in Scandinavia, per i torti e le oppressioni culturali subite nel passato. Così come si appresta a fare la Chiesa luterana di Svezia sotto la spinta della arcivescova Antje Jackelén che dice che è necessario riconoscere la storia oscura anche se fa male, («Quando abbiamo tradito i Sami, abbiamo tradito anche noi stessi e Dio»), allo stesso modo i vescovi cattolici finlandesi, in una udienza in Vaticano, hanno ricordato al Papa la storia di assimilazione forzata e abusiva del popolo autoctono lappone dei Sami.

I Sami erano  presenti dal Papa nella delegazione ecumenica scandinava. I vescovi - luterani e cattolici - hanno riferito al Papa che è arrivato il tempo di fare i conti con il passato. «La storia del trattamento riservato agli indigeni Sami nell'oppressione delle culture dominanti non è una bella storia. Lo sforzo di integrare il popolo Sami nella cultura e nella lingua dominante ha lasciato ferite e traumi che attraversano generazioni. Nel corso della storia, anche le chiese cristiane sono state colpevoli». 

L'intera Chiesa evangelica luterana in Finlandia, e altre Chiese, dovrebbero chiedere scusa ai Sami. Naturalmente. «Il pentimento e le possibili scuse riguardano gli abusi ei peccati strutturali del passato che continuano a incidere sulla vita delle persone». Nel suo discorso a Francesco, il vescovo finlandese luterano Jukka Keskitalo ha tracciato un parallelo con il percorso che la Chiesa cattolica canadese ha intrapreso dopo le rivelazioni degli abusi commessi nelle scuole residenziali per autoctoni e, viceversa, per l'impegno mostrato dal papa nel valorizzare le popolazioni indigene dell'Amazzonia.

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Il Messaggero