Città del Vaticano – Nell'elenco degli eroi ci sono anche i farmacisti. L'alto tasso di morti conteggiato da questa categoria e causato dal contagio da...
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Poi il Papa aveva ricordato le forze dell'ordine – carabinieri e polizia – le badanti, le colf, gli operai, gli addetti alle pulizie e tutti coloro che stanno mandando avanti la macchina collettiva. In un altro momento aveva rammentato anche i mass media e gli operatori televisivi che continuano a far marciare il settore dell'informazione, divenuto fondamentale durante questa emergenza.
In un altro discorso aveva addirittura paragonato i preti morti (circa un centinaio) ai medici, definendoli tutti eroi della porta accanto, anche se sul web non sono mancate reazioni critiche per un accostamento un po' azzardato, vista la tipologia del lavoro che i sanitari affrontano ogni giorno, combattendo con la paura di morire o di essere veicolo di contagio per le proprie famiglie, una volta terminato turni ospedalieri sempre più massacranti e lunghi, è di gran lunga differente da quella dei sacerdoti, relegati nelle parrocchie (salvo rare eccezioni).
L'ultima categoria che il Papa ha voluto omaggiare è quella dei farmacisti. In tanti territori italiani la farmacia si può considerare il primo vero presidio sanitario, di conseguenza una area vulnerabile e permeabile alla veicolazione del virus. Francesco nella messa a Santa Marta ha fatto ammenda di una 'dimenticanza' e ha ringraziato anche loro. «In questi giorni mi hanno rimproverato perché ho dimenticato di ringraziare i farmacisti. Ho ringraziato medici, infermieri, volontari, ho dimenticato i farmacisti: anche loro lavorano tanto per aiutare gli ammalati ad uscire dalla malattia. Preghiamo anche per loro».
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Il Messaggero