70 anni di abusi su madri e orfani, il premier irlandese chiede scusa per gli orrori del passato

Le scuse alle vittime le ha formulate davanti al Parlamento. Il primo ministro irlandese, Micheal Martin ha parlato con un tono di voce grave descrivendo gli abusi che...

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Le scuse alle vittime le ha formulate davanti al Parlamento. Il primo ministro irlandese, Micheal Martin ha parlato con un tono di voce grave descrivendo gli abusi che migliaia di donne non sposate e migliaia di bambini hanno subito in 18 istituti gestiti dalla Chiesa cattolica. Gli orrori sono contenuti in un corposo rapporto che è stato appena pubblicato e nel quale sono descritti scenari da incubo. Gli abusi emersi riguardano un lungo arco di tempo che va dal 1922 e il 1998.

Martin ha affermato che tali istituti destinati alle madri single sono stati un errore che è durato per generazioni. «Lo Stato non vi ha protetto» ha detto riferendosi alle vittime, «ognuno di voi avrebbe meritato di meglio».

 

Il rapporto, ha aggiunto, rappresenta un fallimento soprattutto per il  prolungato periodo di tempo in cui gli abusi hanno avuto luogo.  «E' stato qualcosa di disumano». 

Il rapporto della commissione parlamentare autonoma ha esposto quasi 80 anni di abusi perpetrati in questi istituti ai danni di donne non sposate e dei loro figli illegittimi, evidenziando come 9 mila minori sarebbero morti nei 18 centri in oggetto, tutti gestiti dalla Chiesa cattolica irlandese, con una media superiore ai 6 bambini all'anno per centro.

Molti di essi sono stati seppelliti in fosse comuni senza nome, mentre altri sono stati dati in adozione a famiglie irlandesi residenti negli Stati Uniti, all'insaputa delle madri. Proprio la mancanza di informazioni sull'identita' dei minori, secondo Martin, rappresenta un peso terribile per tutti i sopravvissuti. Qualcosa di mostruoso e imperdonabile.

Le Case Magdalene - così venivano chiamate - erano centri  che accoglievano le ragazze orfane, o ritenute immorali per avere avuto figli fuori dal matrimonio. La maggior parte di questi istituti furono gestiti da suore che appartenevano ai vari ordini.

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Il Messaggero