Papa Francesco sposta l'Obolo di San Pietro, a giugno la colletta avrebbe raccolto pochi soldi

Papa Francesco sposta l'Obolo di San Pietro, a giugno la colletta avrebbe raccolto pochi soldi
Città del Vaticano - Visti i tempi incerti, le incognite che pesano sulle celebrazioni (se si faranno o se non si faranno, nè in che condizioni) Papa Francesco ha...

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Città del Vaticano - Visti i tempi incerti, le incognite che pesano sulle celebrazioni (se si faranno o se non si faranno, nè in che condizioni) Papa Francesco ha annunciato di avere spostato la tradizionale raccolta internazionale per l'Obolo di San Pietro non più al 29 giugno, festa dei santi patroni Pietro e Paolo ma al 4 ottobre, festa di San Francesco. Per quella data la raccolta mondiale di elemosine dovrebbe essere possibile e non andare deserta.


Una scelta annunciata stamattina dal Vaticano in evidente sofferenza economica, visto che le entrate correnti si sono drasticamente ridotte per effetto del coronavirus che ha imposto la chiusura dei Musei Vaticani, la principale fonte di entrata. A questo si aggiunge che la raccolta dell'Obolo di San Pietro di anno in anno, specie ultimamente, si è assottigliata parecchio anche se l'entità complessiva della colletta non è mai stata diffusa. La tanto decantata trasparenza relativa alle finanze vaticane ancora una volta è destinata a restare racchiusa in belle dichiarazioni ad effetto ma nei fatti manca una pubblicazione annuale per i fedeli che contribuiscono a questa raccolta, completa delle destinazioni finali dei soldi raccolti. Un tot per la carità, un tot per le spese della curia, un tot per il Papa.  

Di fatto la rendicontazione non è mai stata diffusa e ultimamente - soprattutto negli Stati Uniti - sono nate moltissime polemiche perchè il denaro raccolto per l'Obolo non era stato interamente destinato alla carità, ma a fare investimenti o a provvedere spese di esercizio corrente. Dal sito della Santa Sede si legge che «si chiama Obolo di San Pietro l'aiuto economico dei fedeli al Santo Padre destinato alle opere ecclesiali, alle iniziative umanitarie e di promozione sociale, come anche al sostentamento delle attività della Santa Sede». 

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Il Messaggero