Deputati francesi a Macron, violata la libertà di culto se si vieta la celebrazione delle messe

Deputati francesi a Macron, violata la libertà di culto se si vieta la celebrazione delle messe
Il dibattito sulla riapertura delle messe è terreno di polemiche feroci anche in Francia. Tanto che un gruppo di 67 parlamentari ha firmato un documento - pubblicandolo su...

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Il dibattito sulla riapertura delle messe è terreno di polemiche feroci anche in Francia. Tanto che un gruppo di 67 parlamentari ha firmato un documento - pubblicandolo su Le Figaro - per fare presente che la libertà di culto resta uno dei diritti fondamentali e che il governo non può dimenticare questo aspetto, annullando questo diritto. 


«Per ragioni sanitarie siamo rientrati in un periodo di restrizioni considerevoli delle libertà (...)  Il presidente della Repubblica ha annunciato che fino all'11 di maggio ci saranno ancora restrizioni e poi vi sarà una riconquista progressiva delle libertà (...) In questo quadro il governo ha fatto delle scelte con un ordine di priorità che diviene un ordine di importanza. Ma i cittadini francesi che praticano una religione non capiscono questo ordine di importanza» scrivono.

I deputati spiegano che probabilmente «l'ignoranza dei dirigenti sulle pratiche religiose ha portato a indicare che i luoghi di culto possono restare aperti ma che i riti non possono essere celebrati». Che le cerimonie non sono interdette ma solo gli assembramenti. E' così, in questa incertezza,  la polizia è entrata armata nella chiesa di Sant'Andrea a Parigi mentre si stava celebrando una messa senza un assembramento di persone sollevando un putiferio. 

«I cittadini francesi che praticano una religione non sono dei cittadini di classe B che valgono meno che dei consumatori autorizzatia frequntare i loro negozi preferiti».  I parlamentari  (primo firmatario Marc Le Fur, vice presidente dell'Assemblea Nazionale) proseguono mettendo in chiaro che l'appello al governo è grave e serve a riportare in luce  «questione della libertà religiosa».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero