In 500 anni il paesaggio circostante, tutto boschi e piccoli paesini, non è cambiato di molto. Dalla città di Loyola fino a quella di Manresa, partendo dai Paesi...
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Benedetto da Norcia, Agostino da Ippona, Francesco di Assisi, Caterina da Siena. Quando fu in grado di riprendere il cammino, la rivoluzione ignaziana era praticamente già iniziata. Il giovane coltivava già l'idea di cambiare la sua vita. Macinando chilometri su chilometri fino ad arrivare nell'abbazia medievale di Montserrat, decise che davanti alla magnetica Madonna nera, doveva spogliarsi degli abiti cavallereschi, dei broccati e dei simboli del potere, attratto com'era dal cambiamento radicale della penitenza. Nella cittadina di Manresa, in Catalogna, attraversando il tumultuoso fiume Cardaner, trovò anche un luogo dove sostare per un altro anno. Viveva di carità e di preghiera e in una caverna dove sono ancora incise le due croci sulla pietra calcarea, gettava le basi della Compagnia di Gesù. Ignazio morì in odore di santità nel 1556 e nel 1622 Gregorio XV lo fece santo. Da allora il percorso ignaziano che si copre camminando di buona lena in quasi quattro settimane è meta ininterrotta di pellegrini. Si parte da Loyola e si finisce nella caverna di Manresa dove sono ancora visibili le tracce lasciate dal santo sulla pietra.
Durante il tragitto non mancano i punti d'arte. A Loyola cattura l'attenzione la basilica barocca costruita dall'architetto Carlo Fontana a pianta circolare e una grande cupola alta 65 metri. A pochi metri è conservata la casa patrizia dei Loyola in cui il fondatore della Compagnia di Gesù nacque nel 1491 da una famiglia piuttosto facoltosa. Il sentiero ignaziano nel primo tratto iniziale va a incrociare il più famoso tragitto di Compostela, ma si tratta di pochi chilometri, poi la direzione vira per avanzare nelle terre di Saragozza, accostando la basilica del Pilar, fino al complesso monastico di Monteserrat, in cima ad una montagna quasi lunare, circondata da guglie di pietra dalle forme tondeggianti e ciclopiche, quasi una fortezza naturale. Con una buona andatura, senza atleti, muniti di zaino e buoni scarponcini da montagna, il sentiero si copre in 27 giorni, pari ad altrettante tappe che a detta di coloro che hanno portato a termine l'impresa, è una esperienza diversa dagli altri cammini storici come la Francigena o Compostela, perché decisamente più assoluta. Non tanto per la scoperta dei luoghi sacri ma per una cognizione differente del territorio, dove i silenzi vertiginosi che accompagnano il cammino ne fanno quasi un percorso mistico.
Si tratta di un tragitto ben organizzato, provvisto di cartine dettagliate, altimetrie, descrizioni precise sui luoghi da visitare, indicazioni di dove poter sostare, che tipo di locande o alberghi sono a disposizione, i prezzi (piuttosto modici). La tradizione di peregrinare da Loyola a Manresa, è divenuta piuttosto popolare dal XVII secolo dopo la canonizzazione di Sant'Ignazio. Si attraversano diversi comprensori della Spagna: Montserrat, Manresa, Igualada, Lleida, Saragoza, Logronyo e Vitoria. Praticamente una immersione nella cultura iberica e nelle radici cristiane dell'Europa. Il paesaggio varia moltissimo, passando da quello dei Paesi Baschi prevalentemente montuoso e aspro, con salite e discese notevoli, e un clima spesso umido.
L'area de los Monegros, invece, è invece arida e caldissima, per questo il cammino viene fortemente sconsigliato durante i mesi di luglio e agosto. La primavera e l'autunno restano i periodi migliori per organizzare il viaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero