Vescovo di una zona terremotata compra mascherine a medici e infermiere: «Eroi che ci insegnano tanto»

il disegno di una bambina che immagina il post coronavirus
A Camerino una delle zone terremotate d'Italia, ancora in ginocchio per il sisma e con la ricostruzione che procede al ritmo di una lumaca, il vescovo don Franco Massara ha...

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A Camerino una delle zone terremotate d'Italia, ancora in ginocchio per il sisma e con la ricostruzione che procede al ritmo di una lumaca, il vescovo don Franco Massara ha fatto una donazione all'ospedale cittadino per aiutare a comprare subito mascherine e tutto il materiale necessario «ai medici e alle infermiere, i nostri eroi cittadini».  Sono 30 mila euro che per il bilancio di questa diocesi è tanto. Verrà destinata a sostenere la sanità pubblica. Allo stesso tempo ha lanciato un concorso per i bambini. Si chiama Coronart e serve un po' per sdrammatizzare, un po' per aiutare i piccoli a non restare traumatizzati, a elaborare e pensare al futuro. Il primo disegno che è arrivato è di Noemi, una bimba di 5 anni, che immagina l'arcobaleno e incoraggia ad andare avanti. Andrà tutto bene.




«Aiutare i medici è una risposta di solidarietà, alla grande solidarietà che ci è stata dimostrata quando noi terremotati ci siamo ritrovati senza case e chiese. In ogni caso per la gente di queste zone l'emergenza del coronavirus è come un doppio terremoto. Ci sono persone che non si sono ancora riprese, in questi anni ci sono stati suicidi, depressioni, persone fragili che ancora adesso hanno paura del proprio futuro e questo virus ha solo acuito la percezione di insicurezza». Il vescovo Massara racconta di quanto si sia commosso nel vedere l'amore con il quale i medici e gli infermieri stanno lavorando. «La nostra è una piccola realtà, che soffre ancora per il terremoto, ma al momento il personale sanitario ci offre un grande esempio di etica, civiltà, solidarietà, amore per il prossimo».



La zona di Camerino fortunatamente è ancora poco colpita dalla pandemia anche se c'è paura di quello che potrà accadere. «Bisogna andare avanti fiduciosi e rimanere uniti. Al momento le chiese qui da noi restano aperte, ma non ci sono assembramenti ed è tutto monitorato attentamente». Per sdrammatizzare un po' il momento e aiutare i genitori che hanno a casa i bambini e non sanno più come tenerli buoni in casa, il vescovo si è inventato un concorso intitolato Coronart. «Abbiamo messo in palio tre premi destinati ai bambini più creativi che attraverso i disegni risponderanno a tre domande. Cosa sarà la prima cosa che farai quando finisce questo momento, come possiamo fare perché non avvenga mai più una cosa simile, e cosa vorresti dire a chi sta lavorando per il bene della salute nostra e dell'Italia». Il primo disegno arrivato è quello di Noemi e ha strappato gli applausi di tutti.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero