Becciu, tempi lunghi per il processo: Pignatone stabilisce nuovo rinvio a fine gennaio

Becciu, tempi lunghi per il processo: Pignatone stabilisce nuovo rinvio a fine gennaio
Città del Vaticano – La quarta udienza del processo sul famoso immobile a Londra che vede tra gli imputati anche il cardinale Angelo Becciu si è conclusa in...

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Città del Vaticano – La quarta udienza del processo sul famoso immobile a Londra che vede tra gli imputati anche il cardinale Angelo Becciu si è conclusa in meno di un quarto d'ora con un ennesimo rinvio tecnico. Di questo passo il rischio è di andare alle calende greche.

Il presidente del tribunale, Giuseppe Pignatone ha telegraficamente comunicato in aula che «si è di fronte a un cantiere aperto» e che «il processo richiederà più tempo, prima di entrare nel vivo delle questioni. Quando ci saranno le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione per gli imputati la cui posizione e' tornata all'Ufficio del promotore di giustizia, tutto sara' riaffrontato da zero». La nuova scaletta prevista è la seguente. Il 10 di gennaio i tecnici nominati dal Tribunale dovranno depositare la trascrizione dei famosi video di monsignor Alberto Perlasca (il principale accusatore) in modo da calendarizzare una nuova udienza per il 25 gennaio per le ore 12. Si tratta di trascrivere ore e ore di interrogatori, un lavoro immenso. 

Pignatone ha anticipato che sarà una «udienza di mero transito» poiché l'obiettivo è di riuscire a comunicare una data per l'avvio del dibattimento ma solo dopo la metà di febbraio («quando si spera finalmente di procedere alla unione dei due procedimenti»). Sempre se le difese non solleveranno ulteriori eccezioni, cosa che appare altamente probabile.

Il nodo centrale riguarda la trascrizione delle prove che, secondo le difese, non sono state pienamente depositate dai promotori di giustizia, facendo venire meno – sin dall'inizio - le caratteristiche del processo giusto. Un passaggio che aveva già fatto emergere potenziali lacune nell'impianto accusatorio sollevando di conseguenza forti dubbi su tutto l'impianto. Gli imputati nel frattempo sono diventati sei poiché per quattro di loro sono state stralciate le posizioni e le indagini sono riprese ex novo. In questa nuova attività sono emersi altri inciampi: solo uno degli imputati si è presentato ai nuovi interrogatori del promotore di giustizia. Praticamente una debacle.

Pignatone ha pure informato che i supporti informatici attualmente  depositati in un locale della gendarmeria e non nei locali della cancelleria del tribunale vaticano. L'ufficio del promotore di Giustizia ha, invece, sottolineato attraverso la sala stampa del Vaticano (cosa di per sé anomala) «la solidità dell’impianto processuale» e ribadito che «tutti i documenti fonte di prova erano stati depositati e sono rinvenibili negli atti del giudizio. Ad oggi, tuttavia - si legge - nessuno degli imputati ha chiesto di consultare le copie forensi». Ha anche assicurato che entro la metà di gennaio ultimerà il supplemento di attività «in ottemperanza a quanto disposto dal Tribunale con l'ordinanza del 6 ottobre e, sulla base delle indagini effettuate e della documentazione acquisita» deciderà «in merito alle richieste di citazione a giudizio o di archiviazione».

Nel frattempo il cardinale Angelo Becciu che ha chiesto i danni al suo principale accusatore nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, monsignor Alberto Perlasca, testimone chiave dell'accusa, ha incassato una prima battuta d'arresto. Il giudice della II Sezione civile del Tribunale di Como ha respinto la richiesta di un sequestro conservativo di 500 mila euro - invocando anche il "danno biologico" - nei confronti dello stesso Perlasca e della sua amica Genoveffa Ciferri, che all'ex capo dell'Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato avrebbe ceduto gratuitamente i propri beni immobili a partire dal 2017. Nel dispositivo dell'ordinanza cautelare con cui rigetta il ricorso, il giudice rileva che «non si rinviene, nella stessa narrativa, alcuna concreta condotta dannosa posta in essere» da Perlasca nei confronti del suo ex superiore. Il giudice Azzi inoltre sottolinea come risultino «allo stato indimostrate» conseguenze pregiudizievoli per Becciu causate dal comportamento del suo ex sottoposto «quanto allo stravolgimento delle abitudini di vita» e al danno biologico, anche se il cardinale si e' «riservato di produrre documentazione medica».

Il legale del cardinale Angelo Becciu, Fabio Viglione al termine dell'udienza ha manifesatato soddisfazione per quanto deciso dal presidente Pignatone: «le decisioni prese consentono di accedere in modo più completo agli atti, dando la possibilità alla difesa di provare l'assoluta innocenza del cardinale»

 





 

 

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Il Messaggero