Città del Vaticano - Il Vaticano e tutta la sua contabilità verrà passata a setaccio per due settimane da un gruppo di giuristi ed esperti di Moneyval per...
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A gennaio il gruppo Egmont ha poi riammesso il Vaticano nel circuito ma questo incidente ha indotto il Comitato di Moneyval a verificare anche non solo la conformità delle finanze vaticane alle regole internazionali ma anche l'autonomia effettiva dell'Aif, sia come impianto legislativo che come attuazione dei programmi.
La perquisizione e il sequestro di carte in una Authority che - tecnicamente - dovrebbe essere indipendente di fatto ha innescato una crisi nel sistema di vigilanza.
L'incidente del sequestro dei documenti del gruppo Egmont si va a inserire nell’inchiesta giudiziaria sull’immobile di Londra, che ha portato l'anno scorso alla sospensione del direttore dell'Aif Tommaso Di Ruzza, e di fatto alla sostituzione decisa direttamente dal Papa del presidente, René Brulhart, con l'ex Bankitalia Carmelo Barbagallo.
Per il Comitato di esperti del Consiglio d'Europa che iniziano oggi la missione di verifica si tratta del quinto ciclo di valutazioni ("Fifth Evaluation Round"), concordata nel 2019, dopo l'incidente del sequestro delle informazioni riservate.
Il Vaticano spiega che «questa fase di valutazioni ha come principale oggetto di interesse l'efficacia degli strumenti legislativi e organizzativi adottati negli ultimi anni dalle giurisdizioni per prevenire il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo».
Papa Francesco tornando dal Giappone, agli inizi dell'anno, interpellato dai giornalisti aveva minimizzato sulla portata dell'incidente del sequestro delle carte e delle informazioni legate al circuito Egmont.
<blockquote class="embedly-card"><h4><a href="https://www.ilmessaggero.it/AMP/vaticano/vaticano_affare_londra_indagati_inchiesta_soldi-5493172.html">Il Vaticano e l'affare a Londra: ora gli indagati sono dieci</a></h4><p>È il 2014 quando la segreteria di Stato Vaticana compra l'immobile di Sloane Avenue a e avvia una serie di investimenti fallimentari, attraverso l'ingresso al 45 per cento nel fondo Athena, costato alla Santa Sede circa 500 milioni di euro.</p></blockquote>
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Il Messaggero