Assisi diventa "Casa di Vita": salvò 300 ebrei durante il nazismo, il premio della Fondazione Wallenberg

Assisi diventa "Casa di Vita": salvò 300 ebrei durante il nazismo, il premio della Fondazione Wallenberg
Sono circa 300 gli ebrei che riuscirono a salvarsi dalla furia nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale e che trovarono rifugio nei locali dei monasteri, della...

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Sono circa 300 gli ebrei che riuscirono a salvarsi dalla furia nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale e che trovarono rifugio nei locali dei monasteri, della diocesi, dai frati francescani e in alcune parrocchie della città di Assisi, senza che vi fosse mai stato un solo caso di delazione da parte della cittadinanza. Nonostante gli orrori della guerra un’intera città silenziosamente si oppose al male, salvando vittime dalle persecuzioni.

Il 27 ottobre prossimo, all’interno dell’evento “Spirito di Assisi” promosso dalla Diocesi di Assisi, si svolgerà la cerimonia di riconoscimento dell’omonima città come “Casa di Vita”, da parte della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, organizzata in sinergia con il Comune della città di Assisi e il Museo della Memoria.

La Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg è una Ong fondata da Baruch Tenembaum e presieduta da Eduardo Eurnekian in memoria del diplomatico svedese Raoul Wallenberg, che salvò migliaia di ebrei dalle persecuzioni naziste in Ungheria.

Obiettivo della Fondazione è mettere in luce quegli eroi silenziosi che contribuirono durante gli anni bui della seconda guerra mondiale a salvare tante vite di innocenti.

Con questo spirito, la Fondazione Wallenberg ha avviato da qualche anno un programma di portata internazionale: Case di Vita, con cui vengono riconosciuti, attraverso una targa commemorativa, quei luoghi come chiese, scuole, monasteri, conventi, collegi o abitazioni private,  in cui le vittime innocenti delle persecuzioni, soprattutto i bambini, trovarono rifugio durante la Shoah.

Il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” racconta la storia dei circa trecento ebrei salvati grazie allo spirito di accoglienza francescana di Assisi. La mostra realizzata dall’Opera Casa Papa Giovanni, ideata e curata da Marina Rosati ed inaugurata nella Pinacoteca comunale nel 2011 e poi trasferita nel 2018 presso il Vescovado di Assisi è costituita da documenti inediti, foto, riconoscimenti, oggetti, saggi, testimonianze inerenti i vari personaggi che si spesero in prima persona per salvare gli ebrei arrivati in Assisi negli anni 1943-1944. 

Si parla di Don Aldo Brunacci, uno dei protagonisti dei fatti e poi fondatore dell’Opera Casa Papa Giovanni. Al salvataggio degli ebrei collaborarono spontaneamente con l’allora vescovo Monsignor Giuseppe Placido Nicolini, vera guida di tutta l'organizzazione clandestina, padre Rufino Niccacci, frate minore, padre guardiano del convento di S. Damiano, il podestà di Assisi Arnaldo Fortini, gli ordini religiosi femminili, il frate conventuale padre Michele Todde ed ebbe un ruolo importante anche il colonnello tedesco Müller, governatore militare delle truppe tedesche in città. Uno spazio importante è dedicato a Luigi e Trento Brizi, i tipografi assisani che stamparono documenti falsi per gli ebrei: nel Museo è esposta la loro autentica macchina tipografica con cassettiere, taglierina e timbri.

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Il Messaggero