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Città del Vaticano - Un altro terremoto si sta abbattendo in queste ore sulla Chiesa tedesca: una nuova estesa indagine sugli abusi sessuali e sull'insabbiamento dei parroci-orchi nella grande diocesi di Friburgo ha messo sotto accusa l'ex potentissimo arcivescovo, Robert Zollitsch (attualmente ha 84 anni) per gravi mancanze nel gestire, quando era in carica, casi di pedofilia. Zollitsch in passato è stato anche presidente della Conferenza episcopale tedesca, governando questo organismo collegiale dal 2008 al 2014 mentre ha diretto l'arcidiocesi di Friburgo, dal 2003 al 2014. A sollevare il caso a livello nazionale è stata una indagine di ben 600 pagine dalle quali emerge che non è mai stato fornito alcun aiuto alle vittime e alle loro famiglie, tutte praticamente lasciate sole a se stesse.
Si tratta di un colpo durissimo per la già ammaccata Chiesa tedesca da anni scossa da un passato scomodo, affiorato solo grazie alla volontà di trasparenza e giustizia che ha portato la Germania ad affrontare una volta per tutte questa situazione anche per arginare la continua emorragia di fedeli.
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Dopo la pubblicazione del rapporto l'attuale arcivescovo, Stephan Burger, in carica dal 2014 a Friburgo, si è detto senza parole per il comportamento del suo predecessore e ha annunciato di aver avviato azioni legali contro Zollitsch. Il Vaticano ora dovrà esaminare le possibili conseguenze di queste mancanze nella gestione dei preti pedofili.
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L'indagine ha portato a galla la totale indifferenza verso bambini abusati mentre gli autori dei crimini sono di fatto stati protetti per non creare scandali. Zollitsch è accusato di aver ignorato le leggi canoniche che all'epoca erano in vigore ma che avrebbe aggirato di proposito. Ad esempio, non ha segnalato casi sospetti al Vaticano, sebbene ciò fosse obbligatorio dal 2002.
I casi segnalati sono oltre venti, tra cui anche laici che insegnavano catechismo. Nel rapporto, tra le vittime, anche una bambina di circa nove anni che negli anni Novanta, durante la preparazione della prima comunione avrebbe subito attenzioni morbose, sfociate più volte in sesso anale e orale in una stanza adiacente - durante un'interruzione delle lezioni che si stavano svolgendo. Il catechista aveva anche compiuto atti sessuali su altri bambini che frequentavano le lezioni. In quel periodo le norme canoniche non prevedevano alcuna sanzione per i laici.
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