Virus, ecco il piano per distribuire 105mila dosi di vaccino entro marzo

Virus, ecco il piano per distribuire 105mila dosi di vaccino entro marzo
PERUGIA Con 10.600 dosi consegnate in due giorni, l’Umbria può prepararsi a dare la svolta alla campagna vaccinale che da qui a fine marzo, se il piano consegne dei...

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PERUGIA Con 10.600 dosi consegnate in due giorni, l’Umbria può prepararsi a dare la svolta alla campagna vaccinale che da qui a fine marzo, se il piano consegne dei tre produttori sarà confermato, potrà contare su altre circa 100mila iniezioni.


Con le somministrazioni di ieri, dato aggiornato alle 19, in Umbria si è arrivati a quota 50.914, pari al 58,5% del totale consegnato, con 3.062 iniezioni nell’ultima giornata. Sono 87.035 le dosi prese in carico dall’inizio della campagna vaccinale, 10.600 arrivate negli ultimi giorni, comprese le 4.300 Moderna con le quali potrà essere avviata l’immunizzazione a domicilio degli over 80 non autosufficienti. Operazione a carico dei medici di medicina generale che in alcuni casi hanno evidenziato l’esiguità delle assegnazioni rispetto al numero degli assistiti “classificati”.
La percentuale di inoculazioni resta tra le più basse d’Italia, ma il commissario regionale per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, parla di “sistema ulteriore di gestione dei vaccini” destinato a portare a una riduzione del numero delle dosi in giacenza anche per far fronte alla programmazione già operata, con oltre 70mila prenotazioni accumulate. Considerando il piano consegne comunicato alla Regione dall’ex commissario Arcuri, entro marzo dovrebbero arrivare quasi 60mila dosi Pfizer, 14.600 Moderna e 31.400 Astrazeneca, 105.670 in totale, comprese le 10.600 già stoccate.
Intanto, la campagna va avanti e tra le ultime categorie per le quali la finestra vaccinale è stata attivata, ieri si sono contate 281 prime dosi per 281 addetti delle forze dell’ordine (434 il totale), per 965 docenti scolastici (2.542 il totale) e 1.267 over 80 (9.874 il totale). Sono oltre 30mila le dosi somministrate al personale sanitario, considerando anche chi ha ricevuto il richiamo che in totale ha interessato 15mila soggetti, l’1,70% della popolazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero