Tesei: «Meno 5 punti di Pil se riusciamo a ripartire a luglio»

Donatella Tesei
PERUGIA - «Se l’Umbria potrà ripartire a luglio lasceremo sul terreno il 5 per cento del Pil». Il calcolo, pesante come un macigno, arriva dalla...

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PERUGIA - «Se l’Umbria potrà ripartire a luglio lasceremo sul terreno il 5 per cento del Pil». Il calcolo, pesante come un macigno, arriva dalla governatrice Donatella Tesei che spiega come oggi la metà delle aziende umbre sia completamente ferma. La necessità, dunque, è progettare qualcosa che assomigli ad una “nuova ricostruzione”. «Oggi occorre studiare un modello nuovo per l’economia della ripartenza - ha spiegato alla trasmissione “In Umbria” di UmbriaTv, la presidente Tesei - quando nei giorni scorsi avevo stimato un miliardo di euro necessario per l’Umbria non ero andata così lontana dalla realtà».


Palazzo Donini studia metro a metro un Piano Marshall costruito anche su base regionale. La Regione c’ha già messo 21,4 milioni di euro: «Quasi quanto ha fatto fino ad ora il governo che per l’Umbria ne stanziato 30 milioni», rimarca la presidente. Il fulcro del progetto sarà nel sostegno alle imprese che avranno enorme bisogno di liquidità e quindi di forti garanzie per l’accesso al credito. Proprio per questo la finanziaria regionale Gepafin potrebbe reciterà un ruolo fondamentale nell’economia della ricostruzione.

Tra i punti decisivi dell’Umbria che viene progettata per il dopo-emergenza a Palazzo Donini prende forma anche l’idea di ristrutturare la macchina della sanità regionale. Il sistema è stato sottoposto in queste settimane ad una prova straordinaria, al di sopra di ogni sforzo mai sostenuto. Tesei ha spiegato che negli obiettivi del suo esecutivo c’è un punto ben preciso:«Intendiamo fare di tutto per rendere il nostro sistema attrattivo rispetto all’esterno. Passato questo momento straordinario ci impegneremo perché la sanità torni ad essere attrattiva e abbiamo intenzione di farlo anche intervenendo sul miglioramento delsistema».

OSPEDALE DA CAMPO

Nell’organizzazione del momento attuale, però, c’è l’emergenza. Per questo accanto alla battaglia quotidiana per ottenere dalla Protezione civile nazionale mascherine, respiratori e attrezzature, restainpiediilpensierodi un ospedale da campo. Una struttura da una trentina di posti letto che possa essere montata nell’arco di 24, 48 ore completamente autosufficiente. Lo sguardo è rivolto all’oggi ma non solo. «Una struttura del genere potrebbe essere utile ora ma potrebbe anche restare a disposizione della nostra Protezione civile», spiega Tesei. Oggi una struttura del genere potrebbe alleggerire i reparti di Terapia intensiva degli ospedali che costituiscono il vero fulcro di questa fase di emergenza sanitaria. «Siamo partiti da 69 posti - rimarca Tesei - anzi anche meno perché in quel numero ci sono anche i posti delle sale operatorie, ora siamo a 110 effettivi,possiamo andare oltre all’interno dei nostri ospedali però il problema fondamentale resta la fornitura di ventilatori polmonari». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero