Contagi, l'incremento settimanale è più alto

Contagi, l'incremento settimanale è più alto
PERUGIA - Dopo l’altalena dei giorni scorsi, i dati umbri del contagio sono tornati a fermarsi e tutti gli indicatori, eccetto quelli dello screening, hanno vissuto una...

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PERUGIA - Dopo l’altalena dei giorni scorsi, i dati umbri del contagio sono tornati a fermarsi e tutti gli indicatori, eccetto quelli dello screening, hanno vissuto una domenica di stasi. Il totale dei casi certificati resta 1.447, tra i quali rimangono nove malati, gli stessi di sette giorni fa. E come allora, l’Umbria resta una delle tre regioni, con Basilicata e Valle d’Aosta, dove i positivi sintomatici sono meno di dieci. Sull’orizzonte settimanale, il totale dei nuovi positivi resta sette, con un incremento dello 0,49%, di poco sotto la media nazionale e nono dato regionale: in testa ci sono Campania e Lazio con un incremento di contagi, sui sette giorni, superiore all’1%. 


Nella mappa prevalenza/incremento percentuale elaborata dalla Fondazione Gimbe, al 4 luglio, l’Umbria è tornata ad avvicinarsi al quadrante arancione (incremento consistente di casi) ma resta nella zona a basso rischio, grazie a un’incidenza cumulativa (164 casi ogni 100mila residenti) comunque contenuta.Nell’ultima giornata, stabili anche i positivi attivi, che rimangono 14, con nessuna nuova guarigione (il totale è fermo a 1.353) certificata nella regione. Anzi, sull’orizzonte settimanale, il rapporto tra nuovi positivi e guariti è di “uno a uno”: sette contagi e sette guariti. A livello nazionale, invece, si viaggia a un ritmo di 2,5 guariti ogni nuovo contagio. Il tasso di guarigione, pari al 93,8%, resta il più alto d’Italia, tallonato tuttavia da quello della Basilicata, portatosi al 92,3%. Quanto ai decessi, per l’ottavo giorno non si registrano nuovi casi, condizione che nell’ultima settimana ha interessato, fortunatamente, ben nove regioni. L’indice di letalità, con 80 morti su 1.447 casi totali pari al 5,53 per cento, è il secondo a livello nazionale, dopo quello del Molise, pari al 5,17 per cento.

Dei contagiati, 4 rimangono in ospedale (a reparto, con nessun assistito in rianimazione ormai da tre giorni), 10 in isolamento domiciliare, la metà senza più sintomi e in attesa del doppio tampone negativo. Il dato dei positivi è lo stesso di sette giorni fa, così come quello dei malati, nove, col Cuore verde che con la Calabria è l’unica regione dove tale indicatore è rimasto stabile. Tornando alle persone in quarantena, negli ultimi tre giorni il totale dei non positivi posti in osservazione è salito di 24 unità e al momento, stando ai dati pubblicati dalla Regione nel covid-dashborad, risultano 209 persone negative al test ma che per precauzione sono in quarantena fiduciaria.

Capitolo screening. Tra sabato e domenica è stata superata quota 100mila tamponi (100.193 quelli eseguiti alle 9:37 di ieri), 10mila in meno dell’Abruzzo, con un’incidenza di 1.136 esami ogni 10mila abitanti, ben oltre la media nazionale ferma a 936. Davanti all’Umbria ci sono tuttavia nove regioni con un’incidenza tamponi/residenti maggiore. Nell’ultima settimana, però, c’è stata una ripresa (+6,3%, sesto dato nazionale). Sono invece 67.644 i casi testati, con un incremento del 4,95% settimanale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero