Violenze contro donne e minori: Perugia, in Procura scatta il «Codice rosso»

Violenze contro donne e minori: Perugia, in Procura scatta il «Codice rosso»
PERUGIA - Anche in Procura è scattato il «Codice rosso». I pubblici ministeri dei distretti di Perugia, Terni e Spoleto si stanno adeguando alla nuova legge...

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PERUGIA - Anche in Procura è scattato il «Codice rosso». I pubblici ministeri dei distretti di Perugia, Terni e Spoleto si stanno adeguando alla nuova legge contro la violenza sulle donne approvata il 18 luglio in Senato che prevede indagini più veloci per contrastarla. Il «fattore tempo» insieme all’inasprimento delle pene è, infatti, il perno sul quale punta la legge per combattere il dilagare delle violenze e dei femminicidi. I casi di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate seguono una corsia preferenziale e vengono trattati con priorità: le vittime devono essere ascoltate dal pm entro tre giorni dalla denuncia. Una disposizione, questa, che corre il rischio di mettere in difficoltà il lavoro delle Procure che su questo fronte in Umbria istruiscono centinaia di fascicoli. Basti pensare che in un ufficio come quello di Perugia su 13 pm almeno la metà si occupa di questa tipologia di reati.


Il limite delle 72 ore per l’audizione delle vittime garantisce una trattazione più veloce del fascicolo? Non ne sono tutti convinti. Spesso, infatti, nei casi di urgenza e pericolo segnalati dai carabinieri e dalla polizia si interveniva quasi nell’immediatezza senza aspettare il tempo limite dei tre giorni. Così facendo ogni caso, dal più serio a quello all’apparenza meno impegnativo, viene trattato allo stesso modo, e il peso specifico di ogni denuncia è parificato precludendo, nei fatti, al magistrato, di valutare la complessità dell’esposto in una scala di gravità. In altre parole ad ogni denuncia ricevuta corrisponde l’immediata apertura del fascicolo - attraverso l’iscrizione nel registro degli indagati - con la conseguente ma ora obbligatoria e tempestiva richiesta di mettere a verbale le dichiarazioni della persona offesa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero