Amelia Doc mette in vetrina i suoi vini e i prodotti di eccellenza del territorio

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AMELIA - Denominazione d’origine controllata. In una parola Doc, proprio come il fine settimana che Amelia si appresta a vivere nel week end. E’ tempo di Amelia Doc, la rassegna enologica e vitinicola che da otto anni promuove il buon vino e i cibi di eccellenza prodotti sul territorio.

«Eccellenze nate e cresciute qui, da non perdere di vista e comunicare, che identificano la nostra terra e ne fanno una risorsa», spiega Federico Nicolucci, un organizzatore.

Con questo spirito, l’Amerino rilancia la sua immagine e quindici cantine locali scommettono, mettendosi insieme e facendosi conoscere con le loro annate migliori e le tante sperimentazioni in vigna. «Noi siamo tante, piccole imprese e operiamo in una realtà regionale in cui non è facile emergere se non per la nostra particolarità - sostiene Luciano Rossi, sempre dell’associazione Amelia Doc. «Una vetrina del territorio e sul territorio» la definisce anche l’assessore al turismo Laura Dimiziani, in cui si affacciano operatori economici, attivi pure nel settore della gastronomia.

Dopo la fava cottòra di Collicello - primo presidio Slow Food della provincia - quest’anno a far da protagonista è un’altra eccellenza, le uova delle «galline in libertà» di Sambucetole, allevate dall’ingegnere poco più che trentenne Pierfrancesco Pennazzi, secondo un metodo biologico. Uova cucinate ed esaltate dallo chef delle scuole del Gambero Rosso, Paolo Trippini, per il primo appuntamento di Amelia Doc. Venerdì alle ore 19, nella suggestiva cornice di Palazzo Farrattini. Il programma poi prosegue con il tour delle cantine sabato mattina, dalle 9.30 fino alle 17.30. Pezzo forte della rassegna l’incontro con Giampaolo Gravina, amerino che è vice curatore della Guida dei Vini dell’Espresso, domenica pomeriggio racconterà la Borgogna francese, terra del vino per antonomasia.
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Il Messaggero