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Chimica verde e biomateriali. Integrazione di nuovi player con quelli già presenti sul territorio. E aggiornamento dell'area di crisi complessa. «Queste le linee del progetto intorno al quale stiamo ragionando con il ministero per la reindustrializzazione del polo chimico ternano» dice l'assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni.
L'accordo che mette fine alla vertenza Treofan prevede 12 mesi si cassa integrazione per i lavoratori, 7 mensilità nette di incentivo all'esodo e reindustrializzazione del sito non in regime di concorrenza. Con impegno da parte di Jindal a individuare un advisor tramite il quale, con Ministero, sindacati e istituzioni locali, trovare il progetto che garantisca occupazione.
«Nella disgrazia della situazione è un accordo soddisfacente - dice Fioroni - i punti sulla reindustrializzazione non sono chiarissimi, ma spetta alla politica la costruzione di una visione coerente per il futuro di quell'area».
Parole, però, che vanno tradotte in progetti concreti. «La logica è integrare agricoltura, chimica e ambiente per creare una filiera di prodotti bio con materiali dalle caratteristiche ad alto valore aggiunto e sostenibili. Penso al packaging sostenibile, alle fibre usate nel mondo della moda, anche la parte bio del film in polipropilene è un'ipotesi. Chiaro che non si potrà fare quello che si faceva prima, bisognerà puntare su prodotti dalle caratteristiche dinamiche. Oggi le alternative sono molteplici. Abbiamo un progetto che va in quella direzione».
Parla di rilancio e riposizionamento dell'Umbria. E di economia circolare. «La strada per il futuro del polo chimico ternano dovrà essere la specializzazione in biomateriali, chimica verde e integrazione con le filiere agricole» ripete come un mantra. Una splendida visione che va tradotta in termini concreti. Pragmatismo puro, invece, rispetto alla possibilità che la Regione entri nel consorzio dell'area industriale del polo: «In questa nuova visione non ci sfugge che la condizione per il rilancio possa essere quella di una governance pubblico-privato. Va capita in che termini, economici e giuridici. In generale non sono un sostenitore dell'intervento pubblico, ma in questo caso l'obiettivo è attrarre nuovi player e capitali per creare nuove filiere. E questo potrebbe essere il modello di governance per una nuova centralità nello sviluppo dell'Umbria» conclude.
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