Vertenza Sangemini, i sindacati sul piede di guerra: «Basta provocazioni»

Vertenza Sangemini, i sindacati sul piede di guerra: «Basta provocazioni»
La notizia dell’esistenza di due fondi bancari d' investimento pronti ad entrare nell’assetto societario di Acque Minerali d’Italia e del progetto...

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La notizia dell’esistenza di due fondi bancari d' investimento pronti ad entrare nell’assetto societario di Acque Minerali d’Italia e del progetto di risanamento aziendale che prevede una riduzione delle maestranze, data da “Il Messaggero”  e ripresa da altre testate giornalistiche, ha scatenato l’indignazione dei sindacati, tenuti all’oscuro di tutto anche all’indomani della presentazione del piano concordatario presso il tribunale di Milano. 

«A fronte delle richieste avanzate - denunciano le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil -  sia dalle organizzazioni sindacali che dalle istituzioni che hanno partecipato lunedì 28 dicembre al tavolo del Mise, l'azienda si è limitata ad una sommaria descrizione, rinviando l’illustrazione dei dettagli del piano industriale a dopo l’approvazione da parte del tribunale, che dovrebbe avvenire tra il 14 ed il 21 gennaio 2021».

«Siamo sconcertati - ribadiscono le tre sigle sindacali - nell’apprendere dagli organi di stampa notizie più complete e dettagliate di quelle fornite dai rappresentanti della faiglia Pessina al tavolo istituzionale, in particolare sul piano di risanamento che prevede l’uscita di 80 unità da concordare con i sindacati e il Mise, quando noi non siamo mai  stati coinvolti». «Tale atteggiamento – evidenziano – è irrispettoso del tavolo istituzionale e dei soggetti che lo compongono, che stanno chiedendo da mesi i dettagli del piano industriale per il rilancio del gruppo, per poter dare risposte a centinaia di lavoratori ed alle loro famiglie. Pertanto, sollecitiamo la convocazione da parte dell’azienda al fine di conoscere i contenuti del piano in questione». L’indebitamento del Gruppo Ami supera i 180 milioni di euro. Anche se dovessero entrare i due fondi bancari (Magnetar Capital e Clessidra) la situazione resta drammatica e  l'idea di un taglio occupazional  sta facendo salire la tensione di lavoratori sindacati. 

 

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Il Messaggero