ASSISI - Conto alla rovescia fino al 24 dicembre. Per trovare una via d’uscita alla vertenza Colussi c’è tempo fino alla vigilia di Natale, quando...
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Il confronto nella sede di Confindustria, in via Palermo, martedì mattina, è stato anticipato dalle urla e dagli striscioni degli operai. Colussi in strada: «La vostra mentalità non piega la nostra dignità. Il posto di lavoro è un diritto di tutti e va difeso. In mezzo alla strada 125 teste e 125 famiglie». Alla manifestazione ha partecipato anche Maurizio Landini (ex segretario nazionale Fiom e oggi nella segreteria nazionale della Cgil): «Un gruppo che vuole investire, come sta annunciando, tanti milioni di euro deve investire anche sui lavoratori - ha rimarcato Landini - se si vuole investire anche con loro bisogna ridiscutere di come riorganizzare il gruppo e di come ridare una prospettiva vera». Il faccia a faccia di ieri ha aperto uno spiraglio di trattativa. C’è una strada che porterebbe ad abbassare la cifra piazzata al centro del tavolo nei giorni scorsi: 125 licenziamenti. La via d’uscita passa attraverso il bivio della riorganizzazione del lavoro, in primis la reinternalizzazione di alcune attività che in questa fase sono affidate a società esterne. Il prossimo 21 gennaio scadranno i contratti di solidarietà all’interno dello stabilimento di Petrignano. Domani sono previste le assemblee dei dipendenti. E mercoledì 25 ottobre è in calendario un altro incontro. Alternative? C’è l’ipotesi di buone uscite per i dipendenti vicini alla pensione che accettino di lasciare la fabbrica. Per dirla con le parole di una nota diffusa ieri sera dal gruppo Colussi: «Gli esuberi strutturali nel passato erano stati gestiti con i contratti di solidarietà... massima disponibilità a portare avanti un confronto serrato e positivo con le organizzazioni sindacali dando disponibilità a lavorare su un diverso modello organizzativo e di flessibilità, con l’obiettivo di contenere per quanto possibile il numero degli esuberi». Confermata la volontà di rilancio: «Complessivamente sono oltre 15 i milioni d’investimenti che andranno a toccare direttamente il sito produttivo nel prossimo triennio». A margine della vertenza si muove anche il progetto di Colussi che guarda a produzioni a chilometro zero. Per quella via passerebbe anche la possibilità di accedere ai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale. Una strada in salita ma che potrebbe aprire spiragli di sviluppo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero