«Troppa verdura nel menu della scuola, i nostri figli non mangiano», scoppia la protesta delle mamme

«Troppa verdura nel menu della scuola, i nostri figli non mangiano», scoppia la protesta delle mamme
BASCHI Verdure si, verdure no. Troppe, troppo poche. La polemica a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BASCHI Verdure si, verdure no. Troppe, troppo poche. La polemica a Baschi finisce nel piatto della mensa scolastica. Ad accenderla alcuni genitori stanchi di sentire che i figli, un giorno dopo l'altro, rimandano indietro, intatto, il cibo servito a pranzo. Nell'occhio del ciclone la presenza delle verdure, praticamente in ogni portata secondo quanto riferito da alcune mamme, che storicamente i più piccoli non accettano di buon grado. «I miei tre figli praticamente non aprono nemmeno le pietanze- sbotta una mamma- quindi non solo digiunano ma paghiamo per non mangiare». Una condizione che sarebbe trasversale, sia fra i bambini dell'infanzia che della primaria, e che ha spaccato il fronte dei genitori in due fazioni. Da un lato quelli che chiedono di ridurre la presenza di verdure e legumi per dar modo a chi non li gradisce di mangiare almeno qualcosa ad ogni pasto, dall'altra i sostenitori del fatto che soltanto proponendo quotidianamente questi alimenti, i bambini, un pò per necessità un pò per curiosità saranno invogliati ad assaggiare e chissà, magari ad apprezzare i fondamenti della dieta mediterranea. A fronte delle lamentele e dello slogan "basta verdure" inneggiato da alcuni genitori, sulla questione è intervenuto il sindaco Damiano Bernardini. «Vista la scadenza dell'appalto della mensa scolastica -ha spiegato- ci siamo trovati ad impostare un nuovo affidamento che ha avuto avvio con il mese di dicembre 2021. Abbiamo deciso di costruire un progetto che mettesse al centro la qualità dei prodotti e l'alimentazione vista come elemento educativo. Abbiamo quindi inserito nel bando la necessità di creare un'offerta basata sull'utilizzo di prodotti biologici e della filiera corta e abbiamo scelto di adottare il menu contenuto nelle linee guida adottare della Regione Umbria in tema di refezione scolastica. Ad oggi, i nostri ragazzi, solo per fare qualche esempio, hanno in tavola un olio extravergine di oliva biologico prodotto a Guardea, pasta e riso bio, così come frutta, verdure, latte uova. Mentre l'utilizzo di prodotti di qualità ha riscosso un'approvazione unanime da parte delle famiglie, il menù preso a riferimento ha creato un confronto piuttosto acceso. La nostra amministrazione, tuttavia, rivendica con orgoglio un progetto all'avanguardia, che tende a promuovere l'educazione alimentare a scuola e a valorizzare prodotti che assicurano un livello di qualità e sostenibilità. Siamo comunque aperti al confronto costruttivo con la cittadinanza, valutando l'opportunità di attuare dei piccoli aggiustamenti che garantiscano però di mantenere inalterati i capisaldi di questo progetto».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero