Venti lavoratori in nero: Perugia, chiusi cinque ristoranti

Venti lavoratori in nero: Perugia, chiusi cinque ristoranti
PERUGIA - Gli ispettori del lavoro di Perugia hanno trovato venti lavoratori in nero nel settore ristorazione. Gli accertamenti ispettivi sono stati effettuati in varie zone della...

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PERUGIA - Gli ispettori del lavoro di Perugia hanno trovato venti lavoratori in nero nel settore ristorazione. Gli accertamenti ispettivi sono stati effettuati in varie zone della provincia di Perugia e rientrano nelle attività volte a combattere il fenomeno del lavoro irregolare e a garantire tutela e dignità ai lavoratori.


Negli ultimi due fine settimana di maggio, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Perugia ha disposto un’intensificazione degli accertamenti finalizzati al contrasto del lavoro nero. In particolare, i funzionari ispettivi hanno controllato 21 pubblici esercizi, anche in orari serali e notturni, individuando complessivamente 20 lavoratori “in nero” che stavano svolgendo sia servizi di sala che attività in cucina.

Tra il 18 e il 26 maggio 2019, gli ispettori del lavoro hanno sospeso complessivamente cinque attività imprenditoriali. Il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale prevede la chiusura dell’esercizio qualora venga constatata la presenza di una percentuale di lavoratori “in nero” pari o superiore al 20% di quelli presenti sul luogo di lavoro. Tale provvedimento può essere revocato su istanza dell’esercente solo dopo il pagamento di una sanzione (che complessivamente ammonta a € 2.000,00) e la regolarizzazione del personale trovato “in nero”.

«La nostra attività istituzionale è volta a garantire il rispetto delle regole in ambito lavorativo e considerato che la normativa vigente consente di venire incontro alle esigenze delle imprese attraverso l’utilizzo di forme contrattuali flessibili, il contrasto al lavoro nero serva anche a tutelare la corretta concorrenza tra le imprese», ha affermato Sabatino Chelli, dirigente dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Perugia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero