«Pizze» e «miele»: Perugia, fiumi di hashish e cocaina dai boschi di Varese

«Pizze» e «miele»: Perugia, fiumi di hashish e cocaina dai boschi di Varese
PERUGIA - Fiumi di hashish e cocaina. Direttamente dai boschi della provincia di Varese a Perugia. Trasportata da alcuni marocchini “rider” del traffico di droga a un...

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PERUGIA - Fiumi di hashish e cocaina. Direttamente dai boschi della provincia di Varese a Perugia. Trasportata da alcuni marocchini “rider” del traffico di droga a un clan magrebino dello spaccio su piazza perugino.

Anche questo hanno scoperto i poliziotti del commissariato di Busto Arsizio nell’ambito dell’indagine anti droga che ha portato ieri all’arresto di 17 persone. Secondo quanto si apprende, dai boschi della zona (dove la droga viene sia nascosta che spacciata) sarebbero partiti per diversi mesi dal 2022 a oggi vari carichi di droga destinati proprio a Perugia e in particolare, è l’ipotesi degli investigatori, a un gruppo magrebino molto attivo nello smercio e vendita di droga in città.
Centinaia di chili di droga sono stati sequestrati dalla polizia al guppo finito in manette. E dunque è ragionevole pensare come diversi chili di hashish e cocaina abbiano viaggiato in questi mesi nascosti nelle auto dei “rider” in direzione Perugia per poi essere lavorati e immessi sul mercato dello sballo cittadino. 
Partendo dal monitoraggio di un’attività di spaccio di droga svolta a Busto Arsizio da alcuni nordafricani, i poliziotti hanno dapprima individuato una coppia di fratelli di origini marocchine residenti in comuni della Valle Olona che si prestavano a trasportare, per conto terzi e a bordo di autovetture dotate di appositi nascondigli, considerevoli quantitativi di droga.

Partendo dai fratelli “riders” è stato poi possibile ricostruire, nelle due direzioni, la “filiera” della cocaina dai fornitori ai destinatari, ovvero i pushers che, ricevuta la droga, la rivendevano alla propria cerchia di clienti. Oltre a ciò, nel corso delle stesse indagini è stato possibile risalire a un gruppo di trafficanti impegnati nella movimentazione e nel commercio di considerevoli quantità di hashish e marijuana, oltre che nello spaccio di cocaina. Sostanze stupefacenti che i trafficanti indicavano con nomi in codice come “pizze”, “baguette”, “cariole”, “medicina”, “miele”; l’attività illecita aveva il fulcro in pregiudicati nordafricani domiciliati in comuni della Valle Olona e si avvaleva anche della collaborazione di complici e fiancheggiatori italiani e albanesi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero