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PERUGIA Per gli under 24 umbri è come essere tornati nel pieno della seconda fase epidemica. Almeno stando all’incidenza dei nuovi contagi elaborata nell’ultimo report dell’Associazione italiana epidemiologi (Aie): due contagi su tre, infatti, riguardano ragazzi con meno di 24 anni, 315 casi ogni 100mila abitanti nella fascia 19-24, 378 in quella 11-13. Numeri che si registravano a inizio febbraio. È uno degli aspetti che emergono in questa quarta ondata che per l’Umbria indica un’età mediana dei nuovi contagiati di 24 anni, 142 nuovi casi e una curva che sembra essersi stabilizzata ma al prezzo di oltre 700 casi settimanali. Questo mentre il totale degli immunizzati sfiora ormai quota 500mila, pari al 63,5% della popolazione vaccinabile, dato che riporta l’Umbria sopra la media nazionale (63,3%).
Il contagio continua a propagarsi a livello territoriale con solo 29 comuni che negli ultimi 7 giorni non hanno segnalato nuovi casi mentre in 25 l’incidenza è salita sopra 100. Il virus continua a correre specie nelle città medio-grandi: da Marsciano a Castiglione del Lago, passando per Terni, San Giustino, Gubbio, Corciano e Città di Castello. In una giornata 33 nuovi contagi a Perugia, 20 nella città dell’acciaio mentre in altre aree come Foligno, Assisi e Bastia si avverte una crescita più contenuta. Sul versante screening si registra una frenata nel dato settimanale ora stabile ma con circa 2mila tamponi processati con test molecolare al giorno. Ieri 2.119 con un tasso di positività risalito al 6,7% ma con la media mobile che resta ancorata al 5,5%: considerando i tamponi processati con test antigenico (ieri quasi seimila), l’incidenza giornaliera è scesa all’1,75%, con la media mobile (sul dato globale settimanale) che si mantiene di poco sopra 2 (2,9% in Italia). Improvvisa impennata di ricoveri in aera medica, sei in più tra venerdì e sabato mattina: ora sono 24 più uno in intensiva.
La situazione regionale viene sintetizzata nell’ultimo report Aie riferito alla settimana 19-25 luglio. «Per l’Umbria si evidenzia, come in gran parte del resto d’Italia, un incremento dell’incidenza settimanale per 100.000 abitanti con la caratteristica di avere tassi molto elevati, superiori a 300 per 100.000, nelle classi di età 14-24 anni, mentre l’incidenza nelle fasce di età più a rischio di infezioni gravi è prossima allo zero.
Il Messaggero