Vaccino a fragili e chi è stato positivo si comincia dai sanitari guariti: ecco il piano

PERUGIA Non solo estremamente vulnerabili, disabili gravi e fascia di età tra 70 e 79 anni. La settimana che inizia domani potrebbe far entrare nella lista di chi si mette...

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PERUGIA Non solo estremamente vulnerabili, disabili gravi e fascia di età tra 70 e 79 anni. La settimana che inizia domani potrebbe far entrare nella lista di chi si mette in fila per i vaccini anche chi è stato positivo. Devono essere passati tre mesi da quando c’è stato la malattia e non poiù di sei mesi. La vaccinazione con una dose unica, secondo il piano della Regione, riguarda gli ex positivi dopo il 2 settembre.


La conferma arriva al telefono dal commissario all’emergenza, Massimo D’Angelo, impegnato da una videoconferenza e l’altra: «La prossima settimana dovremmo partire».
I primi a essere vaccinati come ex positivi sarà il personale sanitario degli ospedali e quello delle Rsa. Secondo lo schema che ha caratterizzato la prima fase, quindi anche gli insegnanti e poi a seguire chi fa parte delle categorie che da giovedì riceveranno il vaccino. Saranno utilizzati sia Astrazeneca che Moderna che dosi di Pfizer in base all’utilizzo previsto per i soggetti che entrano nella nuova fase del piano vaccinale visto che ognuno avrà la copertura con un solo tipo di vaccino. La platea, secondo un dato attendibile in base al numero dei positivi da settembre, dovrebbe riguardare oltre 20mila persone. 
IL VERTICE CON FIGLIUOLO
A proposito di numeri. Venerdì sera Comitato operativo tra il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, il commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo e i rappresentanti delle Regioni in materia di sanità e protezione civile. È stata l’occasione per fare il punto della capacità vaccinale di ogni Regione in modo da raggiungere il target di mezzo milione di dosi al giorno che ha indicato Figliuolo. L’Umbria, secondo i dati che trapelano da Roma, ha indicato una capacità vaccinale attuale di circa 3600 dosi al giorno con una proiezione di capacità di dosi somministrabili che arrivano a seimila. Ma durante il giro d’orizzonte fatto da Curcio e Figliuolo, l’Umbria, rappresentata dal commissario Massimo D’Angelo ha aggiunto altre dosi fino a salire fino a ottomila. L’Umbria, tra l’altro, è stata una delle Regioni che non ha sollevato criticità rispetto all’attuazione del piano. Mille dosi in meno delle novemila possibile annunciate durante il briefing con la stampa di venerdì, ma il dato oscilla in base al numero di vaccini che possono arrivare. Figliuolo ne ha annunciati altre 8 milioni di dosi per aprile anche se ancora non c’è una ripartizione per le singole Regioni.
IL RUOLO DELLE FARMACIE
Aprile diventa un mese chiave per la campagna vaccinale. Perché se dovesse arrivare anche il vaccino monodose Johnson & Johnson sono pronti a entrare in scena anche i farmacisti. Lo conferma Augusto Luciani, presidente regionale di Federfarma: «Noi ci siamo. Avevamo anche preparato un piano alla Regione con i medici di famiglia, ma ho visto che sono state scelte altre strade per il oro impiego. Siamo pronti, dovremmo fare un corso e ottenere lo status di vaccinatori, ma ci siamo».
DISAGI E NUMERI
È nato un gruppo su Facebook “in lista d’attesa per il vaccino” che ha quasi 500 iscritti e l’obiettivo di incalzare la Regione sul tema
Ieri pomeriggio, intanto, sono stati segnalati disagi al centro vaccinale di Ponte d’Oddi. C’è chi ha segnalato per gli ottantenni in coda pure fuori dalla struttura anche due ore e mezzo di ritardo sull’orario dell’appuntamento. E il pomeriggio era bello rigido, soprattutto per gli anziani.

Ieri, in Umbria dosi somministrare a 2.321 over 80, 720 sanitari, 579 personale docente e 441 altri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero