Rottami d’auto abbandonati nel perimetro della facoltà di Ingegneria a Pentima, (è vero che forse sono utilizzate dai laboratori di formazione professionale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quando si parla di università a Terni bisogna anche guardare a queste cose, a strutture per cui sono stati spesi fiumi di denaro e che ora non si riescono a gestire, non si riesce a fare una manutenzione dignitosa per rendere questo luogo un posto dove i ragazzi si sentano accolti e vengano a studiare. E questo degrado si manifesta soprattutto per quanto riguarda gli spazi che sono sottoutilizzati, in seguito al calo di iscritti. Uno studente che viene da fuori può essere invogliato a studiare in una situazione del genere con tante università che, alla fine, propongono corsi simili o, addirittura di livello superiore? E’ vero, sono discorsi che si fanno da tempo. Il degrado di Pentima è noto a tutti da tempo, ma è un fatto che, nel tempo e nonostante le denunce da un lato e i proclami dall’altro, non è cambiato nulla, Fra l’altro due anni fa è stata chiusa anche la mensa, togliendo uno dei servizi indispensabili per i ragazzi, considerando che la struttura è fuori dal centro e poco collegata.
Eppure, nonostante a parole, l’università viene sempre indicata come uno dei motori per il futuro di Terni, e nonostante molti ragazzi che si laureano a Terni abbiano poi dei destini professionali brillanti, non si muove nulla. Terni, o quel che resta della sede ternana dell’università, resta sempre di molti passi indietro rispetto a Perugia, nonostante la spiccata vocazione industriale della provincia. «Ci siamo abituati, ormai», raccontano i ragazzi con un’alzata di spalle vicino ai cassonetti della spazzatura dove hanno abbandonato anche un materasso. ed è un peccato, perchè a certe cose non bisognerebbe abituarsi mai. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero