Università per Stranieri di Perugia, i primi laureati in “Made in Italy”

L'ingresso dell'Università per Stranieri di Perugia
PERUGIA - Si sono laureati nell’ultima sessione di luglio i primi studenti del corso di laurea triennale su Made in Italy, cibo e ospitalità...

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PERUGIA - Si sono laureati nell’ultima sessione di luglio i primi studenti del corso di laurea triennale su Made in Italy, cibo e ospitalità dell'Università per Stranieri di Perugia. Iniziato nel 2018, "Mico" è l’unica triennale in Italia a unire le classi di laurea in Scienze, politiche e culture della gastronomia e Scienze del turismo. Nei suoi tre anni di vita il corso è riuscito a farsi conoscere e apprezzare, oggi conta 180 iscritti e nell’ultimo anno accademico le immatricolazioni sono più che raddoppiate.

Il corso è nato in partnership con importanti realtà produttive del territorio e organizzazioni di categoria, come Coldiretti Umbria, Confcommercio per l’Italia, Aidda, Università dei Sapori, Fondazione Lungarotti, il corso mira a formare ambasciatori del made in Italy, esperti, in specie, sul prodotto agroalimentare e vinicolo italiano. I laureati potranno lavorare nelle aziende che producono eccellenze italiane o operano nel settore dell’hospitality, con funzioni di tipo manageriale e organizzativo, negli ambiti della commercializzazione, delle pubbliche relazioni, della comunicazione e della promozione, o anche fare attività di consulenza su prodotti e materie prime.

Tra i primi laureati vi sono anche alcuni studenti lavoratori: uno chef, docente di storia della cucina e membro di Slow Food, e due titolari di imprese legate all’ospitalità turistica. «La giornata di oggi ha rappresentato per l’Università per Stranieri e per il Mico un momento di festa – ha commentato Giovanni Capecchi, presidente del corso - si conclude un triennio impegnativo, che ci ha dato molte soddisfazioni e che ha fatto crescere il corso, al quale guardano con crescente interesse studenti provenienti da tutta Europa. L’alto grado di soddisfazione manifestato dagli iscritti e la consapevolezza della centralità che il tema delle produzioni tipiche riveste per il nostro Paese – aggiunge Capecchi – rappresentano stimoli importanti per il nostro progetto. Sui prodotti umbri di pregio – conclude – è nato un rapporto stretto e virtuoso con il territorio».

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Il Messaggero