Una gomitata durante una partita di calcio gli costa una condanna a 2 anni. «Era lontano dall'azione»

Il palazzo di procura generale e Corte d'appello a Perugia
PERUGIA - In campo quel giorno pare non ne abbia prese molte, di palle giocabili, ma di sicuro il volto del suo avversario l’ha centrato bene con una gomitata...

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PERUGIA - In campo quel giorno pare non ne abbia prese molte, di palle giocabili, ma di sicuro il volto del suo avversario l’ha centrato bene con una gomitata improvvisa. Pure lontana dall'azione ma non dagli occhi di chi ha visto e ha potuto testimoniarlo. Al punto tale da essere finito non solo sotto procedimento disciplinare ma anche, in maniera decisamente più grave, penale. Con tanto di condanna in primo grado a ben due anni e i giudici della Corte d’appello che non hanno creduto alla giustificazione motivata nel ricorso presentato attraverso il proprio avvocato e dunque hanno confermato la sentenza già emessa anni fa.

Con questa spiegazione: «In materia di gioco sportivo, non può ravvisarsi la scriminante atipica del rischio consentito nei casi in cui l’imputato colpisca volontariamente l’avversario con una gomitata al volto senza che l’azione posta in essere abbia alcuna attinenza alle dinamiche di gioco - si legge infatti nelle motivazioni della sentenza dello scorso dicembre pubblicata nel notiziario penale della Procura generale -. Nella specie, la Corte di appello, confermando la sentenza di primo grado, riteneva pienamente provata la responsabilità dell’imputato sulla base delle concordi deposizioni dei testimoni nonché della persona offesa secondo le quali il primo aveva sferrato nei confronti dell’avversario una violenta gomitata al volto quando la palla si trovava a notevole distanza da loro e senza che l’uno o l’altro avesse preso a correre in qualche direzione o che per l’imputato fosse sorta l’esigenza di smarcarsi».
Insomma nessuna situazione di gioco, come avrebbe tentato di difendersi il giocatore condannato, ma un deliberato atto di violenza che chiaramente non poteva passare sotto silenzio.
I fatti, secondo quanto si apprende, risalgono al 2016 e precisamente a una gara di Coppa Italia di calcio a 5. Le cronache raccontano dunque di un attaccante che improvvisamente e con la palla lontana aveva sferrato una gomitata in faccia al difensore avversario. Chissà, probabilmente qualche parola di troppo o qualche sfottò considerato eccessivo. Ma non certo da giustificare una reazione del genere, con l'avversario colpito dalla gomitata che ci aveva rimesso anche due denti oltre a una prognosi di ben 110 giorni. Quasi quattro mesi per una partita di pallone.


In primo grado la condanna, la cui motivazione è stata di fatto compresa e confermata da quella di appello, aveva proprio escluso la possibilità che si potesse essere trattato di uno scontro da considerarsi all'interno di una fase di gioco proprio perché l'azione si stava svolgendo distante rispetto alla zona del campo in cui è avvenuta la gomitata da parte dell'attaccante che ha messo decisamente ko il difensore avversario. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero