Un presepe in cambio di una cella singola, chiuse le indagini: medico del carcere e detenuto accusati di corruzione

Un presepe in cambio di una cella singola, chiuse le indagini: medico del carcere e detenuto accusati di corruzione
PERUGIA - Quel presepe da mille euro per un certificato medico è costato molto di più al medico del carcere di Perugia che lo ha ricevuto. Il procuratore...

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PERUGIA - Quel presepe da mille euro per un certificato medico è costato molto di più al medico del carcere di Perugia che lo ha ricevuto. Il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini ha infatti chiuso le indagini, notificando l'avviso al professionista e anche a detenuto che lo ha regalato, contando potesse essere utile per ottenere una cella singola o addirittura uscire dalla cella di Capanne.

Per entrambi l'accusa è di corruzione e di falso ideologico, dopo che la squadra mobile ha ascoltato in diretta le direttive impartite alla famiglia da un detenuto napoletano con un telefono che, chiaramente, tra quelle mura neanche ci poteva stare. Il medico, difeso dall’avvocato Giuseppe Innamorati, è stato ascoltato nelle scorse settimane dal magistrato e ha spiegato di aver redatto il certificato «dopo che ricevetti il regalo» e di aver sottolineato al detenuto generoso «che la cosa mi aveva in qualche modo messo in difficoltà, con un gesto in cui manifestavo l’eccessività dello stesso». Secondo la difesa del professionista, il paziente lamentava diversi disturbi intestinali: se da un lato è vero che non sia andato «a confrontare se quanto dettomi fosse coerente con le pregresse diagnosi», dall’altro la colonscopia disposta dal medico «ha attestato una diverticolosi compatibile con quanto lamentato» e che avrebbe potuto quindi consentire lo spostamento in una cella singola.


A sostegno invece delle accuse ci sono le affermazioni che la Mobile, diretta da Gianluca Boiano, ha ascoltato durante le intercettazioni con il telefono abusivo («Cellulare di piccole dimensioni che girava tra noi detenuti come una sorta di cabina telefonica»), poi sequestrato. Conversazioni con la moglie e il figlio in cui il detenuto, indagato e assistito da Daniela Paccoi e Guido Rondoni, ordinava l’acquisto del presepe di San Gregorio Armeno: «Ha detto il dottore che mi ha promesso che mi fa stare a me solo e mi aiuta anche per uscire (…) Sì perché il dottore mi fa le carte che io non sto bene, che ho dei problemi seri». La cella singola in effetti – i fatti sono del dicembre 2019 e il medico intanto è stato trasferito – arrivò, ma adesso quelle statuine più che la cometa aspettano la richiesta di rinvio a giudizio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero