TERNI Sembrava fosse poco più di una idea, a cui più di uno ha cominciato, però, a dare credito: un'edizione di Umbriajazz che apra anche ad altre...
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De Luca replica che nessuno mette in discussione la centralità del capoluogo: «Si parla di creare sinergia tra la bellezza del territorio umbro e un festival di rilevanza mondiale. Può essere un pre-festival o un evento nel mese di giugno. Le risorse? Umbria Jazz Spring a Terni è stato pagato con i canoni idrici, soldi del territorio. Ci vuole riconoscenza per tutti gli umbri che hanno permesso di sostenere il festival. L'irritazione è ingiustificata. Apprezzo invece il fatto che la presidente Tesei abbia parlato di integrazione dei territori». Nel cda della Fondazione è stata appena nominata anche la ternana Francesca Ceccacci. Per l'assessora regionale al Turismo Paola Agabiti, però, «le decisioni su Umbria Jazz spettano alla Fondazione. Posso dire che ci sono già cinque eventi importanti finanziati dal Ministero degli Esteri con il contributo della Regione che riguardano Terni e altri territori dell'Umbria. La valorizzazione ci può essere parallelamente anche con altri progetti, bandi e forme di promozione che non riguardano solo il festival. Il nuovo cda della Fondazione sarà in grado di decidere anche su Umbria Jazz». Il vicesindaco di Terni, Andrea Giuli, non vuol sentir parlare di questioni campanilistiche: «Le trovo sciocche e controproducenti» dice. Su Umbria Jazz a Terni, Giuli aggiunge: «Se ci saranno le condizioni logistiche ed economiche sarebbe bello organizzare un'edizione ternana attrattiva e suggestiva con qualche nome di rilievo. Penso a un concerto in piazza o, perchè no, a Carsulae. Magari a fine primavera o inizio estate. Credo che la città ne guadagnerebbe ed anche i flussi turistici della zona. Ma non deve essere fatto a tutti i costi. Deve essere una cosa degna della tradizione che Terni ha avuto nella storia di Umbria Jazz». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero