«Tanti palchi per Umbriajazz». Pagnotta s'infuria ma l'idea ora piace

«Tanti palchi per Umbriajazz». Pagnotta s'infuria ma l'idea ora piace
TERNI Sembrava fosse poco più di una idea, a cui più di uno ha cominciato, però, a dare credito: un'edizione di Umbriajazz che apra anche ad altre...

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TERNI Sembrava fosse poco più di una idea, a cui più di uno ha cominciato, però, a dare credito: un'edizione di Umbriajazz che apra anche ad altre località della regione. D'altra parte la manifestazione si chiama, appunto, Umbriajazz. L'idea era partita da un atto di indirizzo presentato dal consigliere regionale ternano del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca approvato all'unanimità dall'assemblea legislativa. Un emendamento che impegna la giunta regionale «ad intraprendere un percorso con la direzione artistica volto a sostenere performance itineranti e diffuse sul territorio regionale, per promuovere, quei molti luoghi in Umbria con un forte potenziale attrattivo». «Ascoltare Sting alla Cascata delle Marmore, Stefano Bollani sul Trasimeno, Paolo Fresu a Castelluccio - scrive De Luca - assistere a spettacoli unici ad Assisi, Otricoli, Città di Castello, Todi, Foligno, Spoleto, Gubbio, Gualdo Tadino, Valnerina». Ma se si va a bussare alla sede della Fondazione, le aperture diventano chiusure. Carlo Pagnotta: «Non esiste dibattito, la formula di Umbria Jazz la decidono il cda della Fondazione e la direzione artistica. Ma di che parliamo? Andiamo in giro a montare un palco ogni sera? Il decentramento non paga, c'è una formula vincente che si è affermata dal 1982 in poi. Poi se qualcuno, che deve giustificare lo stipendio, parla di origini ternane del festival, che si legga la storia».

De Luca replica che nessuno mette in discussione la centralità del capoluogo: «Si parla di creare sinergia tra la bellezza del territorio umbro e un festival di rilevanza mondiale. Può essere un pre-festival o un evento nel mese di giugno. Le risorse? Umbria Jazz Spring a Terni è stato pagato con i canoni idrici, soldi del territorio. Ci vuole riconoscenza per tutti gli umbri che hanno permesso di sostenere il festival. L'irritazione è ingiustificata. Apprezzo invece il fatto che la presidente Tesei abbia parlato di integrazione dei territori». Nel cda della Fondazione è stata appena nominata anche la ternana Francesca Ceccacci. Per l'assessora regionale al Turismo Paola Agabiti, però, «le decisioni su Umbria Jazz spettano alla Fondazione. Posso dire che ci sono già cinque eventi importanti finanziati dal Ministero degli Esteri con il contributo della Regione che riguardano Terni e altri territori dell'Umbria. La valorizzazione ci può essere parallelamente anche con altri progetti, bandi e forme di promozione che non riguardano solo il festival. Il nuovo cda della Fondazione sarà in grado di decidere anche su Umbria Jazz». Il vicesindaco di Terni, Andrea Giuli, non vuol sentir parlare di questioni campanilistiche: «Le trovo sciocche e controproducenti» dice. Su Umbria Jazz a Terni, Giuli aggiunge: «Se ci saranno le condizioni logistiche ed economiche sarebbe bello organizzare un'edizione ternana attrattiva e suggestiva con qualche nome di rilievo. Penso a un concerto in piazza o, perchè no, a Carsulae. Magari a fine primavera o inizio estate. Credo che la città ne guadagnerebbe ed anche i flussi turistici della zona. Ma non deve essere fatto a tutti i costi. Deve essere una cosa degna della tradizione che Terni ha avuto nella storia di Umbria Jazz». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero