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SPOLETO - Tra carenze di personale vecchie e nuove, con un’operatività ancora fortemente limitata rispetto alla situazione pre-covid, da due giorni l’unità operativa di Chirurgia deve fare a meno di una ulteriore unità medica, per l’improvviso trasferimento di un chirurgo all’ospedale di Orvieto. Un trasferimento che, secondo quanto stabilito dalla direzione sanitaria della Asl Umbria 2, durerà un mese, ma che rischia di mettere in ginocchio un reparto già all’osso. La segnalazione, preoccupata, arriva dall’associazione San Matteo, che evidenzia come la struttura diretta dal dottor Gian Paolo Castagnoli debba già fare a meno di due chirurghi, mai sostituiti, con un terzo assente per questioni di salute. L’improvviso trasferimento di un ulteriore professionista, quindi, suona come l’ennesimo campanello d’allarme per il presente e il futuro dell’ospedale, con il percorso per l’agognato ritorno alla normalità che sembra sempre più complesso: «In pratica – dicono dall’associazione San Matteo – si spoglia un altare per vestirne un altro. La situazione è davvero gravissima». Interpellata sull’argomento, la direzione sanitaria aziendale ha spiegato: «Il provvedimento (di trasferimento, ndr), assunto in accordo con il direttore del dipartimento aziendale di Chirurgia, riguarda due professionisti, di Foligno e di Spoleto, che verranno temporaneamente impiegati (fino al 3 dicembre) nella struttura complessa di Chirurgia di Orvieto, che in questa fase sconta una carenza significativa di personale medico. La disposizione si motiva nell'esigenza primaria di garantire livelli assistenziali appropriati a tutti i cittadini del territorio che rende necessario ripristinare, in via del tutto provvisoria, una situazione di equità di trattamento. La direzione strategica – si legge ancora - sta infatti procedendo sia alla definizione di convenzioni con l'AOSP di Perugia, con la Usl 1 e con la Asl di Viterbo per ottenere disponibilità alla copertura di turni nella Chirurgia di Orvieto, sia con un bando di reclutamento di nuovi chirurghi: misure che renderanno possibile l'immediata revoca della disposizione e il ripristino delle situazioni originarie».
Si moltiplicano intanto le segnalazioni per le lunghe code, con tanto di assembramenti, che si registrano ogni mattina all’ingresso dell’ospedale.
Il Messaggero