Punto nascita, guerra dei numeri: Norcia dimenticata dal Ministero

Punto Nascita chiuso
SPOLETO Punto Nascita chiuso, tra sviste e imprecisioni è...

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SPOLETO Punto Nascita chiuso, tra sviste e imprecisioni è subito guerra di numeri. Dai documenti diffusi due giorni fa dal Movimento 5 Stelle, che sulla questione ha chiesto e ottenuto l’accesso agli atti, emergono diverse incongruenze, in parte presenti anche nella replica con cui la Regione ha ribadito ieri «di aver messo in atto tutte le iniziative per evitare la chiusura». Il dato principale che salta all’occhio è uno: l’assenza di Norcia nell’elenco dei Comuni inseriti nella tabella con cui il Ministero motiva il no alla deroga. Nello schema, relativo al 2020, viene indicato il numero dei nati, Comune per Comune, nell’anno di riferimento e quante di queste nascite sono avvenute a Spoleto. Una tabella ricca dal punto di vista quantitativo, visto che vengono inseriti anche territori come Spello o Nocera, che difficilmente fanno riferimento al San Matteo degli Infermi, ma in cui viene completamente omessa Norcia, dove in quell’anno si sono registrati più di 30 nuovi nati. Inutile ricordare che la cittadina di San Benedetto è il Comune più grande della Valnerina, cuore del cratere del sisma, che come molti territori dell’area interna presenta diverse criticità anche nei collegamenti. Sul punto sta facendo molto discutere un altro passaggio riportato nel parere del Ministero e al quale la Regione, nella replica di ieri, non fa alcun riferimento: «Il disagio orogeografico dei Comuni bacino di utenza del Punto Nascita di Spoleto (la Valnerina, ndr) è modesto, limitato a pochi Comuni». Dalle carte emerge invece che, nella richiesta di deroga al Ministero, «la Regione ha riferito la presenza ancora di alcune criticità nel completamento dell’organico, specie relativamente ai pediatri».  Oltre al caso dei nati di Norcia, nel dettaglio dei singoli Comuni presenti nella tabella che accompagna il diniego alla deroga emergono diverse incongruenze tra i dati indicati dal Ministero e quelli Istat: «All’appello – è la denuncia di Michael Surace (Difendiamo Spoleto) – mancano ben 31 nuovi nati», cui vanno aggiunti i 34 dimenticati di Norcia. Nello schema ministeriale viene invece espressamente escluso il dato delle donne residenti a Foligno (e a Terni) che hanno scelto di partorire a Spoleto, mentre viene di fatto indicato l’inverso, cioè quello delle donne spoletine che non hanno partorito al San Matteo. Confutabile anche il dato diffuso ieri dalla Regione: «Nel 2021 – si legge - i nati di Spoleto-Valnerina in base ai dati Istat risultano 313, molto inferiori allo standard di sicurezza dei 500 parti annui». Al di là del fatto che nel computo delle potenziali nascite spoletine andrebbero considerati almeno anche i dati del comprensorio (Castel Ritaldi, Giano e Campello), c’è un’altra osservazione da fare: nel 2019, quando il Punto Nascita di Spoleto ha lavorato senza limitazioni, la somma effettiva dei nati residenti a Spoleto e in Valnerina è stata di 339 e non si è quindi discostata più di tanto dal calcolo parziale dei 313 indicati dalla Regione per il 2021 (in pieno Covid e con una flessione fisiologica delle nascite diffusa). Con una differenza: nel 2019 il Punto Nascita di Spoleto è comunque riuscito a raggiungere il numero complessivo di 498 parti, denotando una capacità attrattiva evidentemente al di sopra delle aspettative di Regione e Ministero. 

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Il Messaggero