Ex Novelli, scatta la diffida all'Inps

Ex Novelli, scatta la diffida all'Inps
SPOLETO Ex Novelli, scatta la diffida all’Inps. Come se non...

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SPOLETO Ex Novelli, scatta la diffida all’Inps. Come se non fosse già abbastanza grave la situazione di precarietà che interessa i 67 dipendenti delle società agricole (in liquidazione ed esercizio provvisorio), con gli stipendi decurtati a metà e non ancora pagati, a rendere ancor più complesso il quadro c’è il mancato pagamento della cassa integrazione. L’Istituto nazionale di previdenza, infatti, come si evince dalla diffida inviata ieri dall’avvocato Fabrizio Pavarotti per conto del liquidatore, avrebbe sollecitato nei mesi scorsi il Ministero del Lavoro a riesaminare il provvedimento autorizzatorio della Cassa, chiedendo anche un parere all’ufficio legislativo. Una richiesta di riesame della pratica che, al di là dei tecnicismi, è apparsa quanto meno singolare, considerando la grave crisi che ormai da anni interessa i lavori dell’ex impero agroalimentare, rimasti impigliati in un groviglio di questioni giudiziarie e gestionali per cui stanno da tempo pagando un conto salatissimo. Una situazione che non si è sbloccata neanche dopo il 22 luglio, quando l’Ufficio legislativo ha espresso parere favorevole sulla legittimità del decreto autorizzatorio, confermando quindi la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale ai 67 lavoratori. È trascorso un altro mese, ma dall’Inps non è arrivato un soldo: «L’Istituto – si legge nella diffida - non ha erogato alcunché, adducendo problemi tecnici che avrebbero inibito fino al 22 agosto 2022 la procedura Uni41 online». È trascorso anche il 22 agosto e la situazione è rimasta incredibilmente irrisolta. Nessun pagamento della cassa integrazione di giugno e luglio (il decreto autorizzatorio ne stabilisce la corresponsione fino a maggio del 2023) e neanche l’ombra della metà dello stipendio di luglio, che i lavoratori attendevano sui loro conti a inizio agosto. Nella diffida, l’avvocato Pavarotti evidenzia la situazione, facendo leva anche sulle sollecitazioni ricevute dai lavoratori e da Flai Cgil, Uila Uil e Fai Cisl, le organizzazioni sindacali che insieme alla rappresentanza interna seguono da sempre la complessa vicenda. «I lavoratori – si evidenzia nella diffida – hanno estrema ed urgente necessità di percepire il trattamento d’integrazione salariale loro dovuto, che è destinato alla soddisfazione delle più elementari esigenze di vita» e «l’azienda non è assolutamente in condizione di poter anticipare alcunché ai lavoratori collocati in Cigs e, perdurando questa situazione, potrebbe vedersi costretta a cessare la sua attività con abbandono del programma di risanamento mediante la continuità indiretta e con evidenti ripercussioni sul piano occupazionale e sociale». Da qui l’aut aut. La diffida impone l’adempimento «entro e non oltre 7 giorni», paventando anche un ricorso alla magistratura «per accertare le responsabilità dell’accaduto».

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Il Messaggero