Emergenze, Foligno e Spoleto senza un'Automedica

Il mezzo consentirebbe ai medici del 118 di intervenire anche nel caso in cui le ambulanze non fossero disponibili

Emergenze, Foligno e Spoleto senza un'Automedica
SPOLETO L’area nord della Usl 2 (Foligno, Spoleto e...

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SPOLETO L’area nord della Usl 2 (Foligno, Spoleto e Valnerina) è l’unica in Umbria non dotata di un’automedica, il mezzo di soccorso utilizzato nel resto della regione per trasportare sul luogo dell’evento un’equipe sanitaria con competenze di soccorso in emergenza e la relativa attrezzatura medica. È quanto emerge dopo che a Spoleto, una settimana fa,si è registrato il caso di una donna di 83 anni, morta in attesa dell’arrivo dei soccorsi. La Usl 2, nel caso specifico e sulla scorta diun’istruttoria interna aperta dal 118,ha spiegato che in quel momento ben sette ambulanze, tra Spoleto, Folignoe Assisi, erano impegnate, ammettendo di fatto il ritardo nel soccorso. Un evento definito «raro» dai vertici sanitari, ma che così non sarebbe secondo altri addetti ai lavori, «non meravigliati» dall’accaduto. A rendere ancora più amaro l’accaduto c’è un dato: delle 7 ambulanze sollecitate e risultate non disponibili, ben 2 –quelle di Spoleto – erano ferme per i necessari interventi di sanificazione, dopo il trasporto di altrettanti pazienti risultati positivi al Covid.Va da sé, quindi, che i medici del 118 erano comunque disponibili, ma evidentemente impossibilitati a intervenire per l’assenza del mezzo. In questo, come in altri casi, quindi, la disponibilità di un’automedica sul territorio avrebbe potuto fare la differenza. In Umbria, secondo i dati diffusi dal 118 a marzo 2022, alla vigilia del trentennale, le automediche disponibili sono 6. Sempre in quell’occasione, Terni ne ha inaugurate «due nuove», per «implementare i mezzi di soccorso di Terni, Narni e Amelia». E,considerando che nei territori dellaUsl 1 ne sarebbero dotate tutti i presidi, va da sé che l’unico territorio scoperto è quello di Foligno, Spoleto e Valnerina. Da anni, a quanto pare, gli addetti ai lavori ne auspicano la dotazione, proprio perché un mezzo simile consentirebbe al medico d’emergenza di sganciarsi dall’ambulanza e di intervenire comunque con tutte le dotazioni in un secondo evento. Il caso che si è verificato una settimana fa a Spoleto, in una fase peraltro in cui la percezione dell’efficienza del servizio sanitario pubblico sembra vacillare per vari motivi, legati perlopiù al depotenziamento dell’ospedale, ha riaperto il dibattito, anche tra gli addetti ai lavori, spesso travolti da un senso di vera frustrazione per non essere sempre nelle condizioni di dare all’utenza la risposta necessaria e tempestiva ai loro bisogni. Possibile che l’intero territorio della Usl 2 –magari anche con il coinvolgimento delle Fondazioni - non possa essere dotato di questa auto aggiuntiva che peraltro nel sistema sanitario nazionale di urgenza ed emergenza è classificato come «mezzo di soccorso avanzato», mentre le ambulanze sono«mezzi di soccorso di base»? Uno spunto che potrebbe arricchire il dibattito e magari portare a soluzioni che , con un pizzico di volontà, potrebbero essere alla portata.
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Il Messaggero