In Cina la Regione gioca in anticipo

In Cina la Regione gioca in anticipo
PERUGIA - Tanto per tenersi in allenamento, la delegazione umbra in visita in Cina sarebbe riuscita dove pochissimi avrebbero potuto fallire. ...

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PERUGIA - Tanto per tenersi in allenamento, la delegazione umbra in visita in Cina sarebbe riuscita dove pochissimi avrebbero potuto fallire.


Convinto di lasciare un segno per sempre, il gruppo capitanato dal funzionario regionale prestato alla cultura e ai nanomondi Giovanni Tarpani, ha compiuto 9000 chilometri in linea d'aria, volando 22 ore scali compresi, per perdere un incontro preparato da sei mesi della durata di otto minuti all'Università di Shanghai. Come accade nei matrimoni dei parenti lontani cui si viene invitati per telefono molte settimane prima per dimenticarsi la data in un attimo, la delegazione si è presentata puntuale al dotto appuntamento. L'orario era giusto, ma i portieri dell'Università cinese, puntigliosi che neanche gli svizzeri, hanno guardato la delegazione umbra con sconcerto. In perfetto inglese, Tarpani ha spiegato ai simpatici figli dell'Oriente l'appuntamento con alcuni docenti della prestigiosa università. I custodi con garbato fare, prima hanno capito, poi hanno sorriso quindi hanno spiegato: l'orario era giusto, così il luogo e anche l'appuntamento. Il problema era il giorno. Nella furia di voler arrivare puntuali e fare buona impressione, la delegazione, composta da imprenditori, altri regionali e personale regionale vario aveva anticipato l'incontro di 24 ore. Nella convinzione si potesse rimediare aspettando a Casa Umbria, struttura voluta dalla Regione a Shanghai per promuovere i prodotti umbri, la delegazione ha stanziato altre venti ore per prepararsi al giorno successivo. Ma l'incontro non ci sarà. Il biglietto d'aereo del gruppo era di quelli chiusi, ossia non rimborsabili e non mutevoli. Si doveva partire, punto. Proprio nel giorno dell'incontro fissato all'Università. Non sappiamo ancora quali vantaggi possano arrivare dallo show room cinese in cui l'Umbria mostra le sue parti migliori, ma si spera siano più promettenti di quello di Los Angeles di cui pochi ricordano l'efficacia commerciale. Eravamo abituati alle spese della Sviluppumbria di un tempo con dieci milioni spesi in pochi anni in viaggi all'estero da cui ricavare le commesse per complessivi ventimila euro. Ci riprova la Regione, per ora assorbendo male l'effetto dei fusi. E non solo quelli orari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero