OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Rissa aggravata, omicidio preterintenzionale e omicidio stradale aggravato. Sono queste le accuse formulate dalla procura di Perugia nei confronti dei 9 ragazzi indagati a vario titolo per la maxi rissa di ferragosto, sfociata nell’uccisione del 25enne spoletino Filippo Limini Senapa. Una tragedia consumata all’alba, nel parcheggio della discoteca di Bastia Umbria dove i ragazzi avevano trascorso la serata. Per quella vicenda il giudice per le indagini preliminari Natalia Giubilei ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Paolo Abbritti e ha firmato il decreto di giudizio immediato a carico dei nove. Salvo scelta del rito abbreviato (che dovrà eventualmente essere richiesto entro 15 giorni), l’udienza in Corte d’Assise è fissata per il 10 marzo.
LA SERATA
Una serata sopra le righe, qualche bicchiere di troppo e una certa velleità di contrapposizione reciproca, condizionata sicuramente da quel temporaneo stato di alterazione. In questo contesto sono bastati uno sguardo o qualche parola di troppo a originare la zuffa, iniziata davanti al locale e proseguita nel parcheggio. Una tragedia consumata in pochi minuti e che ha distrutto tante famiglie, prima fra tutte quella di Filippo, uscito per andarsi a divertire con gli amici e mai rientrato a casa.
IL FATTO
Secondo la ricostruzione effettuata nei giorni che hanno seguito la tragedia dai carabinieri di Assisi, al comando del tenente colonnello Marco Vetrulli, e suffragata dalle testimonianze raccolte (anche di recente) dal magistrato titolare delle indagini, la rissa si sarebbe consumata per motivi a dir poco futili.
LE ACCUSE
A tutti viene contestato il reato di rissa aggravata, mentre sono differenziate le posizioni del gruppo di Bastia. Ad Hajderlliu e Neculai (quest’ultimo riuscito inizialmente a fuggire e poi arrestato in Germania) viene contestato l’omicidio preterintenzionale, per i ripetuti colpi dati a Filippo prima dell’investimento. L’omicidio stradale aggravato (anche dall'alcol) viene invece contestato a Kosiqi, conducente della Opel, e al ragazzo seduto al suo fianco, Malferteiner. Kosiqi, Malferteiner e Hajderlliu vengono arrestati poche ore dopo il fattaccio e – secondo quanto risulta agli atti - sono attualmente ai domiciliari. È invece in carcere, a Capanne, Neculai, fuggito proprio mentre i carabinieri attendevano l’ok per bloccarlo. Del gruppo degli spoletini, solo per Tardea è scattato qualche settimana fa l'obbligo di firma.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero