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CASTEL RITALDI Cinque colpi sparati con una carabina contro il portone d’ingresso della ex scuola elementare, mentre erano in corso le prove della banda musicale. È ancora tutto da decifrare il grave episodio registrato mercoledì sera a Castel Ritaldi, nei locali della zona industriale che fino a un anno fa ospitavano la scuola. Fortunatamente nessuno dei musicisti e delle persone presenti è rimasto ferito, ma l’episodio avrebbe potuto avere conseguenze ben più serie. I colpi, sparati con una carabina ad aria compressa, si sono infranti contro il muro e il portone dell’ascensore, che si trovano subito dopo l’ingresso dello stabile, mentre una scheggia avrebbe appena lambito uno dei presenti, senza procurare ferite o altro. Lo spavento, però, realizzato l’accaduto, è stato grande. Chi può aver colpito con la carabina lo stabile, che in quel momento ospitava diversi musicisti, tra cui anche ragazzini? E per quale motivo? Si è trattato di un errore? Di una ragazzata? Di un dispetto? O di altro? Gli interrogativi, ovviamente, con il passare delle ore e dei giorni si moltiplicano. E le risposte potranno arrivare soltanto all’esito degli accertamenti avviati dai carabinieri, subito allertati dai responsabili dell’associazione musicale «Santa Cecilia». I militari dell’Arma, già mercoledì sera, hanno effettuato un primo sopralluogo, al termine del quale hanno posto sotto sequestro i proiettili rimasti a terra ed acquisito tutti gli elementi utili per risalire all’autore o agli autori dello spiacevole episodio. Lo stabile, che da pochi mesi ospita le attività dell’associazione musicale «Santa Cecilia», si trova all’interno della zona industriale: è circondato perlopiù da capannoni, alcuni dei quali non utilizzati, e il numero di famiglie che ci abita, con abitazioni sparse qua e là lungo la via, si conta sulle dita di una mano. I militari hanno già iniziato a sentire alcuni residenti, per capire se qualcuno di loro abbia visto o notato qualche presenza sospetta. Gli accertamenti, al momento, sono a tutto tondo e nessuna ipotesi viene esclusa. A supporto dell’attività investigativa anche le immagini dei circuiti di videosorveglianza privati che in quell’area si trovano in più punti e che potrebbero fornire qualche spunto utile per la ricostruzione dell’accaduto.
Il Messaggero