«Noi con bimbo disabile tre volte in quarantena perché le operatrici erano positive: vaccini anche a loro»

«Noi con bimbo disabile tre volte in quarantena perché le operatrici erano positive: vaccini anche a loro»
Una famiglia messa in seria difficoltà, un bambino disabile costretto a stare in isolamento e a non portare avanti le terapie necessarie per la crescita e il suo benessere....

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Una famiglia messa in seria difficoltà, un bambino disabile costretto a stare in isolamento e a non portare avanti le terapie necessarie per la crescita e il suo benessere. Succede non perchè il bambino sia risultato positivo ma perché per ben tre volte e in tre diverse occasioni le persone che si devono prendere cura di lui sia a casa sia a scuola sono risultate positive. Di conseguenza il bambino, P. è dovuto restare in quarantena insieme a tutta la sua famiglia.

«Non ne possiamo più, non ce la facciamo più. E' una situazione insostenibile. Dall'inizio della scuola abbiamo già dovuto fare tre quarantene di quindici giorni tutti quanti. Io non sono potuto andare al lavoro, mio figlio che ha una disabilità importante, è dovuto stare a casa a fare nulla, nemmeno le terapie e la riabilitazione che per lui è importantissima e ha dovuto rinunciare alla presenza in classe con gli amici che comunque per lui è molto importante». Il motivo? «Due delle operatrici che lo seguono a casa e una che lo segue a scuola, sono risultate positive. Fortunatamente nessuno di noi è stato contagiato, non so cosa potrebbe succedere a mio figlio se lo fosse. Ma siamo comunque stati costretti a vivere in quarantena, in isolamento».

La richiesta di questa famiglia che affronta ogni giorno con grande affetto e coraggio la disabilità del suo bimbo, è molto chiara: «Vaccinate subito le persone che sono a contatto con i soggetti fragili. Altrimenti sono a rischio non solo loro ma intere famiglie rischiano di cadere nella disperazione. Io posso lavorare a distanza ma chi non lo può fare cosa decide? Di isolarsi dalla sua famiglia e andare al lavoro? Le famiglie con persone disabili vivono già una condizione difficile. In questo modo diventa insostenibile».

E il padre di P. fa un esempio: «Una mia parente è insegnante, ha poco più di 40 anni, insegna educazione fisica, sta bene e ora è in didattica a distanza. E' stata vaccinata pochi giorni fa. C'era bisogno? Perchè quei vaccini non sono stati dirottati verso gli operatori che entrano ed escono dalle scuole o dalle case delle persone con disabilità?».

«Ora mio figlio potrà tornare a scuola dopo il 16. Noi siamo super prudenti perchè il bambino non ha problemi respiratori ma neurologici e non sappiamo se il coronavirus gli potrebbe scatenare qualche reazione imprevista. Viviamo da un anno mettendo un'attenzione massima a ogni azione che facciamo, a ogni contatto. Io tengo a distanza anche mia madre, ci salutiamo da una parte all'altra del corridoio e lei ci lascia le cose che ci deve dare davanti alla porta. E poi il virus rischia di entrare in casa con le operatrici. Vaccinatele e vaccinate noi familiari con persone fragili in casa».

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Il Messaggero