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ORVIETO NELL'UNESCO, SI RIAPRE DIBATTITO E a proposito di marketing territoriale, dopo la recente nomina dell'Unesco delle colline del prosecco a Patrimonio dell'Umanità, si riapre in città il dibattito sull'opportunità di tornare a chiedere l'inserimento anche di Orvieto e del suo Duomo. Lo fa il capogruppo di "Prima gli orvietani", Franco Raimondo Barbabella, con una interrogazione con cui chiede all'amministrazione di avviare la procedura di candidatura e a tal scopo propone di attivare «una speciale commissione, anche con la partecipazione di personalità esterne, per verificare lo stato degli atti delle iniziative Unesco relative al territorio orvietano e individuare così le procedure e gli atti istruttori necessari per il proseguimento e la pubblica e profittevole gestione dell’iniziativa». Dagli anni ’70 a oggi sono stati diversi i tentativi di inserire Orvieto e il suo centro storico nel Patrimonio Unesco. Orvieto figura ancora sulla Tentative lists che si trova sul sito web dell’Unesco insieme ad altri 41 siti italiani. La domanda risale al giugno 2006 quando venne presentata, tra le altre, anche quella per la Cascata delle Marmore. Da allora nessuna risposta, ma il segnale da parte dei commissari che la strada sarebbe stata complicata visto l’elevatissimo numero di candidature. Anche per questo si era dirottato l’impegno sulle città etrusche. Nel 2013, con l’allora Giunta Concina, ci fu una nuova richiesta da parte del consiglio comunale mentre nel 2015 fu l’ex sindaco di Assisi e consigliere regionale Claudio Ricci a suggerire di puntare tutto solo sulla facciata del Duomo per entrare nel “fortino” Unesco sfruttando l’unicità della cattedrale orvietana. Quello che cerca e chiede l’Unesco con un rigido percorso di selezione che può durare anche 8-10 anni ma che, secondo le stime, può portare un incremento del turismo tra il 15 e il 20% con effetti di una campagna di comunicazione da oltre 2 milioni di euro.
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Il Messaggero