Trevi, l'olivo di Sant’Emiliano compie 1700 anni ed entra nella galleria degli alberi monumentali

L'olivo di Sant'Emiliano e i proprietari
TREVI - «Con immenso piacere, annunciamo che finalmente, per l'olivo millenario di nostra proprietà dal 1989, detto " Olivo di Sant'Emiliano"...

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TREVI - «Con immenso piacere, annunciamo che finalmente, per l'olivo millenario di nostra proprietà dal 1989, detto " Olivo di Sant'Emiliano" è stato deliberato l'inserirlo tra gli alberi monumentali d' Italia. Siamo fieri di continuare a prenderci cura di questa meraviglia della natura, ricchezza nostra e del nostro territorio». A parlare è Maria Adele Crisafulli, una dei componenti insieme a fratello Andrea della famiglia appunto proprietaria dell’olivo di Sant’Emiliano. Si tratta del secondo albero più antico d’Italia le cui origini risalgono al 303 dopo Cristo. La testimonianza più antica in cui si parla di un olivo a Trevi è il racconto del martirio di Sant’Emiliano. In quel contesto si parla, in specifici passaggi, di esposizione dei Dei vari episodi di elementi chiaramente riconducibili e identificabili con Trevi e con alcuni suoi specifici luoghi. In un antico codice che narra di sant’Emiliano si legge “Lo legarono ad una giovane pianta d’olivo” ove fu decapitato. Era l’anno 304. Quell’olivo, da sempre, e sicuramente dall’epoca della trascrizione della Passio, è identificato in quella pianta monumentale che si può ammirare a Bovara e che oggi è di proprietà della famiglia Crisafulli, da sempre indicato come l’olivo di Sant’Emiliano. Ora il Comune di Trevi ha avviato, con una delibera, la procedura per inserire l’Olivo di Sant’Emiliano tra gli alberi monumentali d’Italia. Il tutto a Trevi che fa parte anche delle Città dell’Olio.

L’olivo di Sant’Emiliano è una a pianta maestosa con una circonferenza del tronco alla base di 9 metri. Ed è uno dei simboli più vivi della Fascia Olivata Assisi-Spoleto. Quel tronco non è più non è più intero, ma è fessurato come sempre accade agli olivi più vecchi. Infatti una serie di indagini effettuate con l’ausilio del radiocarbonio da Guido Bonci (Cnr Isafm sez. Perugia), Luigi Campatola (Università di Napoli), Giorgio Pannelli (Istituto Olivicoltura Mipa Spoleto) e Luciana Baldoni (Cnr Igv Perugia), hanno confermato che si tratta di un olivo ultra millenario (1830 +/- 260 anni). Per capire la maestosità dell’olivo di Sant’Emiliano basti pensare che la circonferenza del tronco, misurata alla base, è di 9,10 metri, l’altezza è di 5 metri e la chioma ha una ampiezza superiore agli 8 metri.

«L’aver appreso – dice Maria Adele Crisafulli – della deliberazione per l’inserimento dell’olivo di Sant’Emiliano tra gli alberi monumentali d’Italia, ci fa profondamente piacere. Ce ne prendiamo cura sin dal 1989 anno in cui ne siamo diventati proprietari. Si tratta di una pianta molto antica e comunque ancora vivissima. Basti pensare che ogni anni produce ancora tra gli 80 e i 100 chilogrammi di olive. È il secondo albero più antico d’Italia e questo suo inserimento tra gli alberi monumentali d’Italia è il coronamento di un percorso che finalmente arriva ad una svolta. Curiamo questo olivo affidandoci ad una serie di esperti ed ora, anche alla luce di questa importante quanto attesa novità, avvieremo un ragionamento affinché l’olivo di Sant’Emiliano possa essere avviato verso un percorso di ulteriore tutela. Un percorso – prosegue - che avrà una duplice funzione. Da un lato la volontà di mantenerlo fruibile, nel rispetto comunque della proprietà privata, ai visitatori. Dall’altro il desiderio di ulteriore tutela affinché possa continuare ad esserne preservata l’essenza evitando rischi, come atti vandalici o approcci impropri, così da garantirne l’ulteriore perpetuazione. Da parte nostra, come famiglia e come proprietari continueremo – conclude -a prenderci cura dell’olivo di Sant’Emiliano». Una bella storia di territori, tradizione, devozione e, soprattutto, di “genius loci”. Un vero e proprio “spirito del luogo” che vede nell’olivo di Sant’Emiliano a Bovara nel Comune di Trevi uno degli esempi più chiari, e più longevi,della cultura dell’olivo e, appunto, e uno dei simboli più belli e più veri della Fascia Olivata Assisi-Spoleto che in trevi ha il suo punto focale.

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Il Messaggero