«Fallimento totale». Così i sindacati della Treofan giudicano l'esito del tavolo tecnico con Jindal, proprietaria dello stabilimento chimico ternano. Dopo...
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Il primo a parlare è Fabrizio Framarini (Femca Cisl): «L'azienda ci ha enormemente deluso, anche oggi nessuna risposta. La Jindal butta la palla in avanti ma questa strategia ormai è finita. Daremo notizia al ministero che il tavolo tecnico finisce qua. Intraprenderemo le azioni necessarie per fare in modo che Terni torni nei pensieri di Jindal, ma non a chiacchiere». Per Marianna Formica (Filctem Cgil): «Ennesimo nulla di fatto, nessuna risposta sullo spostamento di ordini in altri siti nonostante sia Terni un sito profittevole. La proprietà ha confermato la volontà di far venire da Battipaglia una sola taglierina. E' una cosa vergognosa, l'ad Manfred Kaufmann ha detto che più di così non può fare e allora meglio che si dimetta».
«Le intenzioni di Jindal sono ormai chiare - aggiunge Luca Massarelli (Uiltec) - non ci stiamo a farci prendere in giro, la volontà è quella di mettere in difficoltà il sito di Terni. Non ci stiamo e daremo una risposta forte». Diego Mattioli (ugl chimici) parla di «muro di gomma, bugie e numeri falsi». Nubi nere per lo stabilimento del polo chimico ternano: «I numeri dicono che la laccatrice, il nostro valore aggiunto, è ferma 12-13 giorni al mese. Senza questa macchina che produce a pieno regime Terni diventa uno stabilimento a rischio chiusura» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero