Trasporti, il periodo del virus porta 120 milioni del Recovery per la "metropolitana" umbra

Un tratto della ex Fcu che parte da Sansepolcro
PERUGIA Dal Ricovery Plan soldi e tempi certi per la riapertura e la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PERUGIA Dal Ricovery Plan soldi e tempi certi per la riapertura e la rifunzionalizzazione della Fcu. E' stato il massimo dirigente della segreteria tecnica del Ministero dei trasporti e delle infrastruttura ad informare l'assessore Enrico Melasecche sull'assegnazione di 118 milioni per riattivare la Sansepolcro-Terni. Essendo inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l'intervento dovrà essere completato entro il 2026. IL “ritorno” della ferrovia regionale, da sempre considerata la dorsale per eccellenza della mobilità pubblica umbra, assume un valore simbolico tutto particolare. Il finanziamento, da utilizzare fino all'ultimo euro per il solo ripristino della linea, servirà per sbloccare le tratte ad oggi chiuse: la Sansepolcro-Città di Castello, ma soprattutto la Perugia Ponte San Giovanni a Terni, dichiarata di interesse nazionale. Saranno 67 i milioni per rifare ex novo l'armamento: le massicciate, le traversine, i binari Uni 60 e 51, indispensabili per montare le più moderne tecnologie Ermts. Acronimo che sta per European Rail Traffic Managment System pensato per gestire, controllare, proteggere il traffico ferroviario ed il relativo segnalamento al macchinista. Progettato allo scopo di sostituire i molteplici sistemi di circolazione e sicurezza delle varie ferrovie europee, spesso tra loro incompatibili, garantisce l'interoperabilità dei treni. Ed è la “condicio sine qua non” per aumentare la velocità, nei limiti consentiti dai contesti attraversati. Quanto all'unica tratta in funzione, da Città di Castello a Perugia Ponte San Giovanni, è stata assegnata la progettazione a Italfer per tecnologie che consentiranno di migliorare sensibilmente gli standard attuali. Intanto, l'assessorato regionale è in contatto con il comune di Perugia per eliminare quattro passaggi a livello, rimasti aperti nonostante le sollecitazioni dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria. Due di questi, pericolosissimi in quanto senza sbarre, costringono il treno a fermarsi per dare la precedenza a chiunque attraversi. Fosse solo per una passeggiata. Nel frattempo va avanti l'ammodernamento della diramazione Ponte San Giovanni-Perugia Sant'Anna. «Contiamo di riaprire entro la primavera dell'anno prossimo», anticipa Melasecche. Di pari passo è previsto il recupero del progetto della metropolitana di superficie Cesi-Terni. Gemello di quello perugino, fu iniziato nell'ormai lontanissimo 1999, «ma poi perso nelle nebbie della politica regionale», sottolinea l'assessore. Nell'opera vennero spesi 15 milioni, ma «non fu mai trasmesso da Umbria Mobilità a Rfi quando la gestione venne trasferita al gruppo statale». In agenda, infine, il recupero dei quattro “Minuetto” elettrici costati alla Regione ben 16 milioni, ma abbandonati alla stazione di Umbertide, «vandalizzati dai soliti writers mai perseguiti seriamente da chi di dovere». Hanno funzionato sporadicamente su alcune linee nazionali con puntate su Roma, via “Direttissima”, praticamente mai su Fcu. In seguito furono praticamente abbandonati e messi a dura prova da agenti atmosferici e vandali. Non bastasse sono al centro di un vero “giallo”. «Dopo l'acquisto del 2006 c'è una situazione di incertezza nei vari passaggi, le risorse per l'acquisto erano in dotazione alla Fcu e la Regione procedeva con atti di autorizzazione allo svincolo delle somme per procedere ai pagamenti». «Dal 2007 Fcu srl ha riversato le risorse rimaste nella propria disponibilità alla tesoreria regionale». «Da quel momento la Regione ha provveduto al trasferimento a Fcu ogni volta c'era qualcosa da pagare». «Nel 2009 la Giunta ha approvato il rinnovo del contratto di programma Regione-Fcu relativo agli investimenti all'interno dei quali per i “Minuetto” era previsto l'impegno di Fcu a cederli a zero alla Regione». «Questo veniva riportato nel contratto di programma 2011 a seguito del subentro di Umbria Tpl e Mobilità». «Ad oggi non risulta effettuato alcun trasferimento dei “Minuetto” al patrimonio regionale». Insomma, «al momento, incredibile, non sono proprietà né della Regione né di Umbria Tpl e Mobilità», la ricostruzione di Melasecche in un question time a Palazzo Cesaroni a settembre.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero