«Ho una bomba, vi faccio saltare in aria», condannato il finto kamikaze sul traghetto

«Ho una bomba, vi faccio saltare in aria», condannato il finto kamikaze sul traghetto
PERUGIA - «Ho una bomba nello zaino, ora vi faccio saltare in aria». Visibilmente ubriaco , ma non per questo meno spaventoso, anzi, ha terrorizzato chi gli era...

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PERUGIA - «Ho una bomba nello zaino, ora vi faccio saltare in aria». Visibilmente ubriaco , ma non per questo meno spaventoso, anzi, ha terrorizzato chi gli era accanto sul molo di Passignano, pronto a imbarcarsi sul traghetto. Una minaccia per cui l'uomo, un cittadino di origine belga di 63 anni, è stato condannato a due anni e dieci giorni di reclusione. Una sentenza emessa dal giudice monocratico per le accuse di procurato allarme e violenza privata, relativa ai fatti avvenuti sul pontile sul Trasimeno nel settembre 2016.

In base alle testimonianze e alla ricostruzione che all'epoca fecero i carabinieri intervenuti sul posto, l'uomo minacciò i passeggeri, i membri dell'equipaggio e l'addetta alla biglietteria, affermando di avere una bomba nascosta nello zaino e di essere pronto a farla esplodere. Disse di avere un telecomando in mano con cui azionare l'ordigno, col piano di farlo detonare a bordo dello stesso traghetto. Mezzo da cui ha di fatto impedito la discesa ai malcapitati che erano sulla motonave.
L'arrivo dei carabinieri ha per fortuna riportato la situazione alla calma e soprattutto a constatare come la minaccia fosse solo simulata, seppur in maniera precisa e non frutto solo dei momentanei fumi dell'alcol. L'uomo, infatti, non aveva addosso alcuna bomba, ma una semplice calcolatrice rivestita però con carta di alluminio tanto da poter sembrare un ordigno esplosivo. Oltre a questo, nello zaino da finto kamikaze aveva soltanto innocui effetti personali. In ogni caso, i carabinieri furono costretti a far evacuare la motonave Perugia e a denunciare il belga, inizialmente per procurato allarme, interruzione di pubblico servizio e sequestro di persona. L'uomo, tra l'altro, proprio in quei giorni era ricercato in Belgio in seguito a una denuncia per scomparsa: ma invece era in Umbria a giocare a fare l'attentatore. Un gioco che gli è costato davvero caro.

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Il Messaggero