Le parole chiave della Tesei: nel Defr 141 citazioni di “sanità”, “imprese” 117 volte. Sindacato assente

Le parole chiave della Tesei: nel Defr 141 citazioni di “sanità”, “imprese” 117 volte. Sindacato assente
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PERUGIA-  Cosa vuol dire ripetere 141 volte in 96 pagine la parola sanità? E cosa vuol dire se in quelle 96 pagine turismo c’è 28 volte, imprese 117 e cooperazione solo 9? Se le 96 pagine sono quelle del Defr (Documento di economia e finanza regionale), forse un’analisi del genere, pur con tutti i suoi limiti, può aiutare a capirci qualcosa di più. Le parole pesano e “contarle” permette d’inquadrare significato e contesto. E’ questo il principio che sta dietro al meccanismo del “word cloud”: la nuvola di parole, il sistema con cui si analizza un testo contando quante volte è stata utilizzata una parola piuttosto che un’altra.


Marco Regni, esperto di comunicazione istituzionale e politica si è messo di buzzo buono ed ha scovato le “parole chiave” del Defr approvato nei giorni scorsi dalla giunta Tesei: «Wittgenstein ha enunciato un concetto essenziale: “i limiti del tuo linguaggio sono i limiti del tuo mondo” - spiega Regni - possiamo quindi dire che il nostro linguaggio, le parole che usiamo, definiscono in qualche modo anche il nostro mondo. Ho confrontato le parole principali contenute nelle 86 pagine del documento delle linee di mandato della presidente Tesei approvate nel dicembre del 2019 con le 96 pagine del Defr 2021-2023. I due documenti rispondono a logiche diverse, uno d’indirizzo generale, l’altro più di programmazione puntuale, ma alcune riflessioni e curiosità si possono estrapolare: la sanità era la parola più citata un anno fa ed oggi il suo peso è praticamente raddoppiato (da 79 a 141 volte). La parola sviluppo è al secondo posto (133) e supera la “cultura” (50). Le citazioni di Università raddoppiano (da 12 a 24), magari a seguito di una collaborazione stringente fra Regione e ateneo. Sindacato era assente un anno fa e lo è ancora, invece “imprese” diventa la terza parola più ripetuta nell’intero documento di programmazione: 117 volte. Questo linguaggio e queste parole - conclude Regni - sono probabilmente il frutto non solo dello strumento in se, ma anche di un anno di governo, con il peso di ciò che significa affrontare la peggiore pandemia del dopo guerra».

Insomma, il giochino della “nuvoletta di parole” forse non è poi così banale. Ad esempio: tra linee programmatiche e documento economico “turismo” passa da 18 a 28 citazioni (merito dell’assessore Paola Agabiti? Forse). “Trasporti” sale da 7 a 18: effetto Melasecche, si potrebbe dire. E “digitalizzazione”, uno dei pallini dell’assessore allo sviluppo economico Michele Fioroni va oltre il raddoppio: da 8 a 17 volte nel documento. Gli strumenti di analisi, tutti, nascondono limiti e punti di forza, ma anche i numeri, a volte, possono essere utili per aiutare a comprendere cosa c’è dietro alle idee e alle scelte Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero