Inneggia alla jihad: scoperto ed espulso mentre sta per tornare a Perugia

Inneggia alla jihad: scoperto ed espulso mentre sta per tornare a Perugia
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PERUGIA - Inneggiava alla jihad su internet. Metteva “mi piace” alle immagini di terrorismo e minacce all’Occidente. Aveva una importante attività di condivisione social di questi contenuti. Insomma, ce n’era a sufficienza per farlo finire sotto indagine. Addirittura per chiedere un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. Suoi e di un gruppetto di suoi conoscenti, tutti nordafricani e residenti come lui a Perugia, anche loro particolarmente attivi nell’inneggiare alla jihad attraverso la condivisione di contenuti online.


Pericolosi, ma non troppo. Perché non essendo emersi elementi che potessero far pensare al trovarsi di fronte a qualche terrorista pronto davvero al sacrificio nel nome della guerra santa, il procedimento viene archiviato dal giudice per le indagini preliminari.
Siamo nel 2019. Le indagini della Digos non arrivano, come detto, a conclusioni che possano rappresentare un pericolo realmente concreto per la sicurezza cittadina e dunque la posizione dell’uomo, marocchino, viene archiviata.
Ma quell’attività social c’è comunque stata e allora ecco che il ministero dell’Interno gli notifica un decreto amministrativo d’espulsione dal territorio nazionale. Provvedimento che non verrà mai notificato dal momento che l’uomo se ne va e torna nel suo Paese. 
Siamo ormai nel 2020, esplode il Covid e il pericolo jihadista ora va inevitabilmente in secondo piano rispetto a un dramma mondiale che sconvolge le vite di chiunque.
Ma con il ritornare della situazione alla normalità, l’uomo che inneggiava alla guerra santa deve aver pensato che era ormai tempo di tornare in Italia e di tornare a Perugia. E così ha iniziato un viaggio di ritorno che è passato attraverso la Francia e che si è improvvisamente interrotto, nei giorni scorsi, proprio alla frontiera francese mentre stava facendo gli ultimi passi prima di rientrare in Italia. Dopo essere stato sottoposto a un controllo da parte della polizia di frontiera, è infatti emerso quel decreto d’espulsione firmato oltre due anni fa e che è stato immediatamente reso esecutivo, con l’uomo che dunque è stato rispedito in Marocco.

A testimonianza di come l’attenzione sul tema non si è mai abbassata. Giova infatti ricordare come qualche mese fa un altro nordafricano, tunisino in questo caso, anche lui inneggiante alla jihad attraverso i social network era stato rintracciato dagli investigatori della Digos, diretti da Gianfranco Leva, ed espulso.

 

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Il Messaggero