Terremoto, dal contributo per l'autonoma sistemazione alla sospensione di mutui e tasse. Le strade per aiutare chi ha perso casa. Sfollati verso quota 500

La presidente Tesei a Umbertiude con l'assessore Melasecche
Una buona notizia nell’emergenza terremoto arriva da Sant’Orfeto. C’è il via libera per far tornare nelle loro abitazioni gli assegnatari delle case...

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Una buona notizia nell’emergenza terremoto arriva da Sant’Orfeto. C’è il via libera per far tornare nelle loro abitazioni gli assegnatari delle case popolari, gli edifici sono sicuri. La conferma ieri pomeriggio dall’assessore alla Protezione civile del Comune di Perugia, Luca Merli.


Qualche chilometro più in là, a Pierantonio, il vice sindaco di Umbertide, Annalisa Mierla, gira un video che fa rumore. Lei ha casa (danneggiata) a Sant’Orfeto, l’altra metà del terremoto. Nel video attacca chi, facendo politica sulla sponda opposta alla sua, propone di raccogliere firme per un Comitato di terremotati. Ma, dentro alla rabbia, apre il fronte di quello che è un tema fisso quando ci si trova di fronte a una calamità naturale. Che succederà per chi ha perso la casa? Che aiuti ci saranno dal Governo? Quanto e come potrà partite la ricostruzione?
Molto, ha spiegato Mierla, gira intorno alla possibilità che il Governo dichiari lo stato di emergenza per quella fetta di Umbria messa in ginocchio dalle scosse.
I numeri è presto per farli precisi, ma il capo della Protezione civile regionale, Stefano Nodessi, dà un’idea di quello che ci potrà essere sul tavolo: «Cinquecento sfollati alla fine dei controlli sull’agibilità degli edifici? Ci può stare». E porta un esempio facile facile: «Ieri (venerdì), su 14 verifiche abbiamo avuto sette inagibilità totali e due parziali. Considerate che il novanta per centro del cento storico di Pierantonio sarà inagibile». Tanto basta per far arrivare a quel dato di cinquecento. Ancora Nodessi: «Ci sono richieste di 300 sopralluoghi del Comune di Perugia, 270 nel territorio di Umbertide. Ma ne sono arrivate anche da Gubbio, Montone e Città di Castello».

Allora è giocoforza, visto anche che sul posto ci sono i tecnici della Protezione civile nazionale che l’Umbria ha subito chiamato, fare una mano di conti sul futuro. Innanzitutto dove finirà chi ha perso casa? Ipotizzare che si apra la partita del Cas, il contributo per l’autonoma sistemazione, diventa quasi scontato. Magari con la possibilità anche di utilizzare le strutture ricettive della zona. Eppoi? Il vice sindaco Mierla pone il problema di bollette e mutui facendo la storia di chi ha case e negozi inagibili e spese (mutui) sulle spalle. Per il terremotati del 2016 ci fu la sospensione. Riusciranno a farcela anche i terremotati di Pierantonio, Pian d’Assino e Sant’Orfeto? Il lavorio è già iniziato, l’interlocuzione con la Protezione civile nazionale è un dato assodato proprio per la presenza di quei tecnici. Senza dimenticare che sul fronte Prociv la giunta Tesei ci ha sempre investito: quasi un milione di euro. E che quei soldi sono stati spesi beni lo dimostra, per esempio, l’arrivo dei letti la notte delle due scosse che hanno permesso di dare un ricovero sicuro e caldo. A proposito: cresce il numero di chi ha alloggiato nei ricoveri di Cva e palestre la seconda notte: da 134 a 145. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero