Terni. Terremoto in giunta, si dimette Nichinonni

Terni. Terremoto in giunta, si dimette Nichinonni
PALAZZO SPADA Lo scontro in occasione dell'ultima riunione di giunta, quella sul bilancio, di qualche giorno fa. Ieri la rottura definitiva. Tra l'assessore al personale...

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PALAZZO SPADA

Lo scontro in occasione dell'ultima riunione di giunta, quella sul bilancio, di qualche giorno fa. Ieri la rottura definitiva. Tra l'assessore al personale ed esperto fiscalista, Lucio Nichinonni, commercialista molto stimato a Terni, e il sindaco Stefano Bandecchi le strade si dividono. Dimissioni lampo che arrivano a soli cinque mesi dall'inizio dell'amministrazione targata Alternativa Popolare. Nella storia recente di Palazzo Spada non ci sono precedenti del genere. «Tengo per me la delega al personale, per il resto troveremo presto un nuovo assessore», commenta a caldo Bandecchi.

Il toto nomi già impazza e tra i profili più gettonati c'è quello di Raffaello Federighi,anche se non è da escludere che il presidente della Prima commissione Andrea Sterlini faccia valere il suo peso. Un derby che si accende in casa di Ap quello tra Federighi e Sterlini per l'ingresso in giunta, mentre non sembra per il momento prendere quota l'idea di sostituire l'ormai ex assessore Nichinonni con il capogruppo di Ap, Guido Verdecchia, per il quale è pronto il posto da vicesindaco qualora Riccardo Corridore dovesse riuscire a entrare a palazzo Cesaroni.
Un risiko che mette in discussione quella che sembrava una maggioranza granitica, ma le dimissioni di Nichinonni hanno invece aperto una breccia con fin troppa facilità. Una rottura che si è consumata sulla gestione del bilancio che il sindaco Bandecchi anche ieri ha ribadito di voler fare con «scelte politiche».

Decisioni che non devono aver convinto Nichinonni che già da qualche settimana non condivideva nemmeno gli attacchi che quasi quotidianamente arrivavano dal primo cittadino a indirizzo del personale di Palazzo Spada, in particolare quelli rivolti ai dirigenti. Un vero terremoto in giunta arrivato anche per effetto delle nomine fatte in fondazione Carit, con Nichinonni che non è stato minimamente coinvolto malgrado avesse la delega dei rapporti con Palazzo Montani. Al contrario la scelta di proporre nell'Assemblea dei soci della Fondazione Carit la presidente del consiglio comunale, Sara Francescangeli (in barba al ruolo super partes che dovrebbe ricoprire), e il professore Marco Venanzi (giudicato troppo a sinistra) è volata sopra la testa di Nichinonni, con il sindaco Bandecchi che non ha coinvolto il suo ormai ex assessore. Per un professionista del calibro di Nichinonni deve essersi trattato quasi di un affronto che ha segnato l'inizio della fine. Ora il sindaco Bandecchi dispensa ottimismo, come si vede nel video social pubblicato per annunciare che è tutto sotto controllo.
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Il Messaggero