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UMBERTIDE La notte dopo il terremoto. Una notte di “quiete”, con un paio di scossettine avvertite solo dai sismografi: 2.0 alle 00,26; 2.3 alle 1,36. Ma alla fine in tanti hanno ceduto alla paura e l’hanno trascorsa fuori casa. Molti quelli cui l’evento tellurico ha lesionato i sacrifici di una vita, molti quelli che hanno preferito dormire “con un occhio solo”, ma in sicurezza. Nel capoluogo affollatissimo il parcheggio della piscina e degli impianti sportivi in via Morandi, qualche camperista ha scelto le sponde del Tevere. Quasi tutti gli abitanti di Pierantonio, la località più colpita insieme a Pian d’Assino, hanno preferito l’addiaccio. Hanno voluto un tetto sulla testa ed il caldo dei punti di raccolta in quaranta alla palestra di Pierantonio, in venti alle Elementari Di Vittorio. «Fin dai primi momenti abbiamo cercato di capire le criticità sociali e socio-sanitarie, indirizzando le persone nei luoghi previsti dal Piano di protezione civile», spiega il vice sindaco Annalisa Mierla. Un’altra donna, l’ingegner Fabiola Filippa, riassume come hanno fronteggiato la situazione i vigili del fuoco appena catapultati dentro al sisma da Città di Castello, Gubbio, Perugia. «Dopo la prima scossa abbiamo avviato le verifiche di stabilità, quindi ci siamo occupati dell’assistenza alla popolazione, sono in coda 120 chiamate». La mezzanotte è passata da poco e quel numero, ora dopo ora, cresce. Nel primo pomeriggio di ieri, mentre la terra trema ancora una volta (2.1 alle 14,02), i 150 pompieri in azione hanno una lista di 350 fabbricati da “visitare”. A fine giornata, in 287 si sono presentati al “front office” comunale di piazza Matteotti per chiedere controlli nelle abitazioni. «Il novanta per cento della gente in fila viene da Pierantonio», stima Katia Rometti, titolare dello storico bar della frazione. «Il locale è inagibile, la casa ha crepe molto importanti ed il comignolo che sta cadendo: una situazione molto complicata per me che ho ristrutturato l’attività facendo debiti». Sta di fronte alla scuola media, collocata in un vecchio edificio dichiarato inagibile al pari delle Elementari, e ad un tiro di voce dalla chiesa. Per sopralluogo e sicurezza, transennata parte di via Leonardo da Vinci. Susanna Polidori gestisce una struttura ricettiva sulle colline di Pierantonio. «E’ andata decisamente male, suppellettili rotte, bottiglie spaccate, ma devono valutare i tecnici». Si complica tutto nel momento sbagliato. «Caleranno le prenotazioni, credo che a Pasqua resteremo senza, ricordo il terremoto del 2016, l’agriturismo era pieno, si vuotò in cinque minuti». Racconta Roberto Orsini: «Per un attimo ho sentito un soffio d’aria calda, il gatto si è gonfiato come una palla ed ha graffiato mia figlia».
Il Messaggero