Giro di usura di oltre un milione e mezzo di euro arrestate cinque persone: vittime imprenditori ternani

Giro di usura di oltre un milione e mezzo di euro arrestate cinque persone: vittime imprenditori ternani
TERNI Con minacce e intimidazioni  avrebbero applicato alle loro vittime, tra i quali imprenditori  locali, interessi complessivi di oltre il 60% sul capitale ...

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TERNI Con minacce e intimidazioni  avrebbero applicato alle loro vittime, tra i quali imprenditori  locali, interessi complessivi di oltre il 60% sul capitale  prestato, superando ampiamente la soglia del 16% stabilita dal  Tesoro: è con questa accusa che cinque persone sono state  arrestate nell'ambito di un'operazione antiusura condotta da  polizia e guardia di finanza tra Terni e Roma.  Tre le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite nei


confronti di una donna 65 anni e di due uomini di 49 e 31 anni,  residenti a Terni, mentre altre due ai domiciliari hanno  riguardato due fratelli di 55 e 56 anni residenti nella  capitale. Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per  equivalente per circa 600 mila euro su beni mobili ed immobili  riconducibili ai cinque.  In base a quanto viene riferito in una nota congiunta,  l'indagine di squadra Mobile della questura e Nucleo di polizia  economico finanziaria delle fiamme gialle ha preso le mosse da  un altro procedimento penale nell'ambito del quale nel febbraio  2020 la polizia aveva già arrestato sia il quarantanovenne c he  il trentunenne. Nel prosieguo degli accertamenti, è emerso  quello che viene ritenuto «un vorticoso flusso di denaro», pari a circa 1,6 milioni di euro. Secondo gli investigatori il
meccanismo di usura imponeva, anche attraverso il ricorso a  minacce ed intimidazioni, il pagamento settimanale-mensile di  una quota di interessi fissa oscillante tra il 10 ed il 20% del  capitale prestato, fino a quando le vittime non avessero  restituito, in un'unica soluzione, anche l'intero ammontare del  prestito (la cosiddetta usura conto capitale). I pagamenti sono
avvenuti attraverso versamenti in contanti, ricariche di carte  prepagate, bonifici e versamenti di assegni bancari e le vittime  hanno visto «lievitare» il prestito iniziale - è emerso

dall'indagine - di diverse decine di migliaia di euro, con  l'applicazione di interessi usurari calcolati, come detto, in oltre il 60%. 

 

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Il Messaggero